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Da Piedimonte Matese a Castel Volturno: gli studenti del Liceo a contatto con il dramma dell’emigrazione

Nell’ambito del Progetto Scuola Viva Open Minds 2, modulo "Voyagers" un gruppo di studenti ha incontrato l'associazione Black and White. "Troppi pregiudizi sul tema dell'immigrazione; il contatto diretto mi ha permesso di capire meglio perché partono dai loro paesi di origine", le testimonianze degli studenti

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Il gruppo di liceali presso l’associazione Balck and White di Castel Volturno con il responsabile padre Daniele Moschetti, comboniano

“Abbiamo vissuto un’esperienza meravigliosa. Nonostante io sia di origini indiane e quindi capisca e conosca la realtà dell’immigrazione, non sapevo di una situazione concreta e non avevo mai ascoltato la testimonianza di un ragazzo che arriva dal centro Africa e affronta le difficoltà di tutti quelli che attraversano il deserto, giungono in Libia, vengono carcerati, maltrattati, vengono torturati, costretti a lavorare per guadagnare qualcosa da dare agli scafisti e arrivano in Italia, sperando di trovare delle possibilità per la loro vita futura”. Sono le parole di Gurleen Kaur, alunna del Liceo Statale Galileo Galilei, di ritorno da un incontro presso la sede dell’associazione “Black and White” di Castel Volturno nata del 2001 dalla volontà dei padri missionari Comboniani.

Nell’ambito del Progetto Scuola Viva Open Minds 2, modulo Voyagers che si conclude martedì 27 maggio, un gruppo di studenti, in occasione di una uscita esterna ha visitato la realtà dove sono offerti servizi per gli immigrati come una scuola di italiano e mediazione culturale, doposcuola per i bambini delle scuole primarie e ragazzi delle medie, sport e teatro…  Sono stati guidati dalla docente tutor Orsolina Marcuccio e da Annamaria Gregorio, responsabile dello Sportello Immigrati della Diocesi di Alife-Caiazzo: più incontri, numerosi approfondimenti su culture, tradizioni, religioni, arte, musica, lavoro, leggi normative sono stati i canali per comprendere il valore della integrazione e della pace che si costruisce attraverso il dialogo, il rispetto, la visione comune della felicità e di diritti per ogni uomo. Nella sede di “Back and White” ha portato la sua testimonianza Appiah che nell’aprile 2007 affrontava il difficile viaggio dal Ghana all’Italia dove una volta giunto ha studiato, ha preso un diploma ed oggi aiuta tanti come lui fuggiti dalla miseria e dal dolore.

“Le sofferenze non lo hanno chiuso, anzi lo hanno aperto di più agli altri, perché riesce con il sorriso e con questa empatia ed ottimismo a dare veramente speranza di un futuro anche ai suoi connazionali”, spiega Gurleen Kaur, affascinata dalla sua testimonianza; “la sua storia è veramente qualcosa che mi ha affascinato; anche io vorrei fare qualche esperienza del genere e approfittare di partecipare al campo scuola che si farà a Castel Volturno ad agosto perché è anche un mio dovere poter mettermi in gioco e fare un’esperienza di volontariato presso una realtà di immigrazione. Quindi grazie per questa esperienza che avete mi avete fatto vivere”.

Numerosi i commenti raccolti tra gli studenti dopo al rientro da Castel Volturno: pensieri che a caldo confermano come il contato diretto con i protagonisti della pace e del dialogo sia veramente contagioso: “Per avere un pensiero migliore sull’argomento dell’immigrazione, soprattutto riguardante i rifugiati, bisogna entrare direttamente in contatto con le persone che hanno vissuto e sentire la loro testimonianza personale, perché non bisogna dare giudizi se non si sa la vera storia di chi soffre e quindi questa è stata un’esperienza sicuramente emozionante”. I giovani liceali hanno confermato all’unanimità come il tema dell’immigrazione sia coperto da pregiudizi o subordinato ad informazioni dedite soprattutto al racconto dei numeri, eppure è dietro quei numeri che si nascono le storie di vita di tanti giovanissimi come loro, sognatori come loro. “Questa esperienza di oggi mi ha dato una chiarezza maggiore sui punti importanti di questo ambito, che non si conosce abbastanza e quindi spesso si pensano cose sbagliate, mentre è importante toccare con mano delle realtà concrete”; ed altre parole come quelle che dimostrano l’interesse giovanile a temi forti e impegnativi fin dal tempo della scuola: “Credo che sia importante fare esperienze di testimonianze dirette”.

E in ricordo della loro visita a Castel Volturno i liceali di Piedimonte Matese hanno lasciato in dono un’opera astratta formata da un cerchio giallo, da un triangolo blu e da un quadrato rosso magenta che, intersecandosi, danno vita ad altri colori e forme e nessuna figura è più importante dell’altra, ma ogni elemento è unico e necessario nell’insieme. Quest’opera, su uno sfondo azzurro, simboleggia in astratto i cinque continenti, bagnati dagli oceani.

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