Home Chiesa e Diocesi Chi è il diacono? A Sessa Aurunca il vescovo Giacomo Cirulli ordina...

Chi è il diacono? A Sessa Aurunca il vescovo Giacomo Cirulli ordina sei nuovi giovani

Mentre si preparano a ricevere l'ordinazione presbiterale, per loro si apre un tempo di intenso servizio alla Parola di Dio e ai fratelli

930
0
Da sinistra, Giuseppe Amato, Simone Paolella, Carlo Garzilli, S. E. Mons. Giacomo Cirulli, Giuseppe Carlino, Giovanni Caprio, Fiorentino Andolfi.

Chi sono i diaconi? Quale identità nella Chiesa? Domande che permettono di condividere la cronaca e il significato della celebrazione che il 2 giugno ha visto protagonisti sei giovani ordinati diaconi per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo Giacomo Cirulli. La Cattedrale di Sessa Aurunca ha accolto i sacerdoti e un gran numero di fedeli delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca che con il loro Pastore hanno condiviso la preghiera che ha donato alla Chiesa nuove persone incaricate per il “servizio”, quello di rendere vivo trai fratelli e con i segni il Vangelo di Cristo, il cui libro è di fatto posto nelle mani di coloro che sono ordinati diaconi.

Sono Giuseppe Amato della parrocchia San Castrese di Sessa Aurunca, Fiorentino Andolfi della parrocchia Santi Giovanni e Paolo di Casale di Carinola, Giovanni Caprio della parrocchia Santa Lucia di Cellole, Giuseppe Carlino della parrocchia San Nicola di Mondragone, Carlo Garzilli della comunità interparrocchiale di Alvignano e Simone Paolella della parrocchia Santo Stefano di Sessa Aurunca: giovani che nel cammino verso il sacerdozio attraversano questa fase di passaggio (il loro è un diaconato transeunte) continuando nella formazione, nello studio e nell’impegno pastorale in parrocchia che si arricchisce del nuovo servizio chiamato a svolgere da diaconi: la predicazione e la carità.

“Siamo chiamati a perdere tutto per donare la vita”, le parole del Vescovo Cirulli durante l’omelia, “assumendo il servizio come identità totale nella quotidianità e nelle responsabilità a cui sarete chiamati nella Chiesa”. Le parole del Pastore, in prospettiva del loro futuro sacerdozio e di un impegno destinato a crescere, fanno riferimento alla condizione transitoria che per un tempo riguarderà i sei giovani.

Ma il diaconato nella Chiesa vive anche di una forma permanente di servizio nella vita liturgica e pastorale e soprattutto nelle opere sociali e caritative. Il diaconato è un grado del sacramento dell’Ordine come il presbiterato e l’episcopato, tutti conferiti da un atto sacramentale chiamato “ordinazione”, ma il primo si esprime come grado di servizio, gli altri come partecipazione sacerdotale. Ai Diaconi in fatti, come chiarisce la costituzione dogmatica Lumen Gentium “sono imposte le mani non per il sacerdozio ma per il servizio”.
Esperienza viva e forte fin dalla Chiesa delle origini; successivamente ne parlano anche i padri della Chiesa o i Concili e la tradizione ecclesiastica. A partire dal V secolo il diaconato conosce un lento declino tanto da rimanere in uso solo come tappa intermedia per i futuri sacerdoti. Fu il Concilio di Trento (1545-1563) a disporre che il diaconato permanente venisse ripristinato seppur senza concreta attuazione.  Fu il Concilio Vaticano II a ristabilire il diaconato e a dare lo slancio, la visibilità e il valore a questa forma di partecipazione che scaturisce da una vocazione, da attento discernimento, studio e sensibilità per coloro che ne scelgono la forma permanente.

Cosa fa il diacono? Di cosa si occupa? Liturgia, predicazione e carità sono i cardini della vita di un diacono a servizio del popolo di Dio, in comunione con il Vescovo e i presbiteri come ha chiarito il Concilio Vaticano II. Questa comunione si manifesta nella piena collaborazione “secondo le disposizioni della competente autorità” tanto che il diacono può “amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali (le benedizioni, ad esempio, ndr), presiedere al rito funebre e alla sepoltura”. Si legge ancora in Lumen Gentium, “Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i diaconi si ricordino del monito di S. Policarpo: ‘Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti’” (Lumen Gentium 29). Il celibato è la condizione fondante per il diacono transeunte, prossimo all’ordinazione presbiterale; i diaconi permanenti, invece, possono essere ordinati sia tra i battezzati celibi, sia tra coloro che sono già sposati previo il consenso della moglie e un attento discernimento condiviso in famiglia; se però sono celibi, dopo l’ordinazione non possono più sposarsi. Similmente non si può più risposare il diacono rimasto vedovo. Il valore del diaconato è di fatti nella libertà di vivere il servizio senza condizionamenti e nel caso di legami familiari, come condivisione e partecipazione alle scelte compiute dal singolo.

 A Sessa Aurunca, una celebrazione dal sapore universale 
Nella celebrazione di Sessa Aurunca come pure in quelle precedenti, il gran numero di ordinandi e quindi futuri aspiranti al sacerdozio è stato puntualmente accolto con emozione, con gratitudine a Dio, con partecipazione spirituale da parte di tutti: la Chiesa (che vive attraverso le esperienze delle parrocchie, dei gruppi e delle associazioni ecclesiali, di famiglie in cui l’esperienza del Vangelo è tangibile) è partecipe di un significativo momento di grazia e di speranza perché attraverso l’eccomi di quei giovani interrogati a rispondere della loro vocazione, il Vangelo trova nuove strade per raggiungere il mondo, gli ultimi, la vita delle persone. Un maxischermo ha permesso ai numerosi fedeli presenti a Sessa di assistere alla celebrazione anche dal piazzale antistante la Cattedrale al fine di garantire raccoglimento e preghiera anche per coloro che per mancanza di posti a sedere sono rimasti all’esterno. Al termine della Messa parole di ringraziamento da parte del Vescovo nei confronti di quanti hanno collaborato alla riuscita della celebrazione, nei confronti delle famiglie e dei formatori dei sei nuovi diaconi; un sentito ‘grazie’ al Rettore del Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillimo Padre Andrea Piccolo sj.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.