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Referendum abrogativi 2025. Tutte le schede e le modalità di voto

L’8 e il 9 giugno gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi in materia di lavoro e di cittadinanza. I seggi saranno aperti la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15. A norma dell’articolo 75 della Costituzione per la validità della votazione è richiesta la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto

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(Foto ANSA/SIR)

Stefano De Martis – L’8 e il 9 giugno gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi in materia di lavoro e di cittadinanza. I seggi saranno aperti la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15. A norma dell’articolo 75 della Costituzione per la validità della votazione è richiesta la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto.

Scheda verde: “Contratto di lavoro a tutele crescenti. Disciplina dei licenziamenti illegittimi. Abrogazione”.
Il quesito propone di abrogare le norme che prevedono, in caso di licenziamento illegittimo in aziende con più di 15 dipendenti, un indennizzo di tipo economico e non il reintegro, fatta eccezione per i casi più gravi di illegittimità. Si tornerebbe in pratica all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, peraltro modificato nel 2012 dalla riforma Fornero. Il limite massimo dell’indennizzo scenderebbe da 36 a 24 mensilità, il minimo raddoppierebbe da 6 a 12.

Scheda arancione: “Piccole imprese. Licenziamenti e relativa indennità. Abrogazione parziale”.
Il quesito punta a rimuovere il tetto all’indennità erogabile in caso di licenziamento illegittimo. Attualmente tale indennità può arrivare al massimo a sei mensilità di stipendio, eliminato questo limite l’indennizzo verrebbe stabilito dal giudice sulla base di vari criteri, come per esempio l’età o la capacità economica dell’azienda.

Scheda grigia: “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”.
Il quesito interviene sulla liberalizzazione dei contratti a tempo determinato in termini più stringenti rispetto a quelli già fissati a suo tempo dal cosiddetto “decreto dignità”. In particolare, in caso di abrogazione diventerebbe obbligatoria l’indicazione di una causale giustificativa sin dall’inizio del contratto e si limiterebbe la discrezionalità delle parti nel definire tale causale.

Scheda rossa: “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici. Abrogazione”.
La normativa attuale stabilisce che, in caso di danni subiti dai lavoratori, il committente sia considerato responsabile in solido con l’appaltatore e i subappaltatori, ma esclude i casi in cui il danno sia provocato da attività che rientrano nella sfera specifica di questi ultimi. Il quesito chiede di abrogare questa esclusione e fare così in modo che il committente sia sempre corresponsabile degli infortuni sul lavoro nell’ambito di appalti e subappalti.

Scheda gialla: “Cittadinanza italiana. Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.
In caso di approvazione del referendum abrogativo verrebbe a essere modificato esclusivamente il tempo di residenza legale necessario per poter presentare la domanda di cittadinanza, restando invece fermi i soggetti che potranno fare la richiesta e i restanti requisiti per presentarla. I cinque anni di residenza legale in Italia, peraltro, erano il requisito richiesto prima della legge 91 del 1992 e già oggi sono il presupposto perché possano conseguire la cittadinanza italiana gli stranieri maggiorenni adottati da cittadino italiano, gli apolidi e i rifugiati.Fonte SIR

 

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