
Anna Nicoletti – Quattro chilometri per sensibilizzare. Quattro per sostenere e per parlare. Quattro per non smettere di sperare. Il 29 Giugno parte la IV edizione della Camminata in Rosa, evento promosso dalle Associazioni di Alife “La Vita è donna” e “Alife vive” che, con il loro impegno costante, si mettono a disposizione della popolazione femminile per far conoscere e comprendere una realtà che genera paura, sconforto e, a volte, anche vergogna: il cancro al seno.
Quest’anno di rosa si coloreranno i comuni di Alife, Letino, Valle Agricola, Raviscanina, Sant’Angelo d’Alife, Dragoni, Pietravairano, Prata Sannita, Pratella, Castello del Matese, Gioia Sannitica, Ailano e San Gregorio Matese. Ai partecipanti, previa donazione volontaria a partire da €10, verrà offerta la maglietta rosa, simbolo dell’evento. Il ricavato sarà devoluto, come di consueto, per le spese di organizzazione di screening sul territorio promossi periodicamente dalle due Associazioni e per la Ricerca scientifica dell’Istituto Europeo Oncologico di Milano.
La Camminata è un momento non solo di sensibilizzazione e di raccolta fondi, ma anche e soprattutto di confronto. Confrontarsi significa “incontrarsi”, che a sua volta vuol dire “trovare per caso”. Ma decidere di partecipare a questo evento non deve essere un avvenimento fortuito, ma una scelta consapevole e determinante per le vite di tutti, donne in particolare. Il cancro può colpire per caso o essere il risultato di una predisposizione genetica, ma l’atteggiamento che si ha nei suoi confronti dipende dalle singole persone e la prevenzione, oltre ad essere una scelta, deve essere una responsabilità, un obbligo da avere nei propri confronti e nei confronti delle persone che ci sono accanto. È ciò che afferma la stessa Annalisa Damasco, da tempo in prima linea nell’Associazione “La Vita è donna” e punto di riferimento per molte donne del territorio che, come lei, hanno fatto i conti e affrontano il peso della malattia.
“La prevenzione è fondamentale e potrebbe aiutare a salvare vite” spiega Annalisa alla vigilia del prossimo evento, “ma non bisogna trascurare la Ricerca che non è qualcosa di aleatorio o astratto, ma un sistema in continua evoluzione capace di mettere a disposizione esami e cure nuove. I trattamenti medici, da quando otto anni fa ho ricevuto la diagnosi, sono diventati molto più tollerabili, in alcuni casi non si ricorre nemmeno alla chemioterapia e gli stessi interventi chirurgici sono diventati molto più conservativi, riuscendo a preservare anche l’80% dell’anatomia del seno e salvaguardando, così, la propria integrità e identità femminile.”
Incontrarsi, quindi, e raccontarsi, perché il contatto e l’informazione sono diventati, nel tempo, aspetti fondamentali di questo evento e delle Associazioni che lo promuovono. Donne che parlano, donne che camminano, piangono e sperano. Donne che trovano nelle altre donne un punto di appoggio e qualcuno a cui chiedere aiuto, che comprendono che una diagnosi di cancro non è più una condanna a morte o uno stigma da nascondere. Donne che vogliono sperare, ma soprattutto vivere.