Michele Biasi – La compagnia teatrale Margine Comunicante diretta da Claudia Orsino e Angelo Rotunno presenta “CASA DOLCE CASA – La domotica delle relazioni”, uno spettacolo che si terrà il 29 e 30 giugno al Teatro San Domenico Savio in Piazza De Benedictis a Piedimonte Matese; appuntamento alle 20.00 per entrambe le serate.
Nato dalla collaborazione tra il progetto “E se fossi costretto a rimanere?”, promosso dalla ASL di Caserta/UOSM 15 e realizzato dall’APS Rena Rossa in collaborazione con la Fondazione Bonaventura e TransverberA, e il laboratorio teatrale della compagnia Margine Comunicante, “CASA DOLCE CASA – La domotica delle relazioni” è il risultato di un percorso artistico e relazionale, che ha coinvolto persone, idee e linguaggi diversi. Ad offrire competenze e supporto alla realizzazione dello spettacolo l’attore Piergiuseppe Francione.
La trama
I sopravvissuti a una catastrofe si risvegliano su un’isola deserta. Senza più memoria, sognano di costruire un’esistenza perfetta, sicura, priva di turbamenti. Eppure qualcosa – un’inquietudine sottile e persistente – si aggira tra le stanze delle loro nuove case. Le relazioni si sfilacciano, la fiducia si incrina, la paranoia serpeggia, insinuandosi nella quotidianità. Tuttavia, proprio in questo scenario fragile e liminale, si apre una possibilità: riscoprire l’altro, accoglierlo, forse ripartire insieme.
Oltre la narrazione
Lo spettacolo è stato pensato come una riflessione corale sul nostro tempo e prende la forma di un cantiere in costruzione: dei “lavoranti” smontano e rimontano la scena, sotto gli occhi del pubblico, dando il via a un susseguirsi di “stanze”, con scene della vita quotidiana concluse ogni volta con un tableau vivant. In questa successione di quadri viventi la scrittura comprende riferimenti letterali, storici e filosofici, presi da Kafka, Kerouac, Brecht, Arendt, Orwell, Beradt, Deleuze, dando un’immagine umoristica, spiazzante e umana sulla solitudine, l’ossessione del controllo e la difficoltà di vivere il presente insieme.
Gli spettacoli del 29 e 30 giugno rappresentano non solo la restituzione pubblica di un percorso, ma anche una prima occasione per condividere con la comunità di Piedimonte Matese un’esperienza che continuerà a evolversi, alimentando nuove traiettorie artistiche e relazionali.