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Alife celebra il Maestro Alessandro Vessella. La musica al centro, protagonisti i giovani

Il mese di giugno interamente dedicato al Maestro di origine alifana: innovazione, tradizione e cultura di un progetto conosciuto in tutto il mondo

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Alife, domenica 29 giugno. Le quattro bande suonano in onore di Alessandro Vessella e rendono omaggio al collega Fernando Lanzone

Cala il sipario sull’evento dedicato al genio di Alessandro Vessella (1860-1929), il musicista originario di Alife, innovatore e rivoluzionario rispetto al format bandistico e alla trascrizione musicale per bande musicali ai primi del ‘900. Il mese di giugno ha visto un susseguirsi di eventi fino all’ultimo di domenica 29 giugno, nell’anfiteatro romano della città con l’esibizione dell’Orchestra Musikè Young diretta dal Maestro Giuseppe Carannante. Cartellone a cura del Comune di Alife, dell’associazione Alessandro Vessella, dell’Archeoclub di Alife, il supporto di altre associazioni cittadine e il patrocinio dei comuni di Piedimonte Matese, San Potito Sannitico, Ailano, e Baia e Latina

La musica di oggi, di marce, sinfonie e grandi opere di orchestre a fiati viene dall’intuizione principale di Alessandro Vessella: fare della musica un’esperienza accessibile a tutti, a partire dal popolo, coinvolto nell’ascolto dei più grandi musicisti di ogni tempo e per farlo, servirsi di un organico numeroso, di molteplici sfumature tonali. Lo ha dimostrato l’evento che in meno di 24 ore ha riunito spettacoli e bande sabato e domenica: il primo appuntamento del week end è stato nella suggestiva cornice dell’anfiteatro dove il Maestro Nicola Di Cerbo ha diretto l’Orchestra di fiati “Alessandro Vessella” di Baia e Latina, formazione che affianca maestri e giovani studenti di Conservatorio, la gran parte originari di Baia e Latina con presenze di Alvignano, Sant’Angelo d’Alife, Sessa Aurunca e Alife. Tra tutti spicca il talento alifano del giovanissimo Francesco Gaudelli, poliedrico musicista e già in formazione nella direzione d’orchestra di cui ha dato prova durante la serata. Non sono mancati i pezzi composti dal Maestro Vessella e gli arrangiamenti più moderni di essi; ma anche brani simbolo della tradizione operistica italiana; medley di varie culture e vari generi (arrangiati dal Maestro Di Cerbo) testimonianza della versatilità di un’orchestra di fiati. Anche voci nella serata alifana: quella del giovane tenore Thomas Corelli, altra promessa del contesto musicale locale e del soprano Clementina De Simone docente di canto al Liceo Statale Galilei di Piedimonte Matese.

Domenica mattina la dimensione più popolare dell’evento: quattro formazioni bandistiche provenienti dalle quattro porte cittadine hanno raggiunto Piazza Termini per la comune dedica al Maestro Vessella. San Potito Sannitico, Piedimonte Matese, Ailano, Baia e Latina le bande che si sono esibite offrendo ai presenti un ricco repertorio di musica ma soprattutto la vivacità e la complessità del concerto bandistico con il valore aggiunto di essere divenuto ormai una formazione che apre le porte a tanti giovani sia uomini che donne. La risposta degli alifani su Alessandro Vessella tuttavia non sembra esprimere l’orgoglio per le radici comuni al grande Maestro o il sentimento di riconoscenza nei confronti del concittadino noto ai musicisti di tutto il mondo. La presenza, che spesso è frutto di partecipazione e coinvolgimento è nuovamente venuta meno rispetto alla possibilità di conoscenza, di cultura, di riconnessione identitaria.

Momento clou della mattinata, la dedica dei maestri musicanti al collega Fernando Lanzone di Alife scomparso da pochi anni. Tutti, hanno voluto firmare la pergamena che il Comune di Alife gli ha tributato (presenti l’assessore alla cultura Luca Frattolillo e l’assessore con delega agli eventi Annamaria Morelli) e suonare la Marcia sinfonica Logonziana di Nino Ippolito a lui particolarmente cara. Sorpresa e commossa la moglie Anna; occhi lucidi ed applausi da parte degli amici che hanno goduto della sua umanità e delle sue competenze musicali. Il corteo delle bande si è poi diretto verso Piazza della Liberazione, presso il monumento ad Alessandro Vessella: un’unica formazione di strumenti ha dato fiato all’Inno di Mameli con cui si è chiusa la mattinata musicale.

Chi era Alessandro Vessella? 
L’indole e le intuizioni 
Nasce ad Alife il 31 marzo 1860, figlio dell’Unità d’Italia di cui seppe rendersi visibilmente protagonista. Compie gli studi ginnasiali a Napoli e qui frequenta il Conservatorio di San Pietro a Majella; diventa apprezzato pianista e compositore noto a Napoli e a Milano; una seria tendinite lo costringe al ritiro dalle scene, ma non lo sottrae allo studio. Il rientro ad Alife corrisponde al tempo della composizione dell’Inno a San Sisto patrono della città  (1884) ma l’esperienza in famiglia non appaga la sua indole, ormai maturata in contesti di maggior levatura culturale. Torna a Milano sapendo di essere ben accolto e qui viene a sapere del concorso indetto dal Comune di Roma per un maestro della Banda cittadina. Lo vince e nella Capitale sarà figura autorevole e di spicco per lunghi quarant’anni, chiudendo la sua carriera il 4 luglio 1925 con un concerto al Teatro Augusteo. Trascrisse Bach, Beethoven, Weber, Chopin, Schubert, Edgar, Clementi, Cajkowskji, Strauss, Wagner (solo per citarne alcuni) portando alla ribalta la grande musica, offrendo nuova visibilità ai maestri di banda da quel momento rigenerati interpreti di repertori adattati ai fiati, e donando alla gente il piacere della cultura. Muore a Roma il 6 gennaio 1929 dopo una breve malattia; sia nella Capitale che ad Alife gli sono intitolate una strada e dedicato un busto.

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