Estate ed incendi. Torna il binomio anche nel Matese.
Dalle 4 di questa mattina Monte Cila, appena a ridosso della città, è interessato da un vasto incendio su cui opera ininterrottamente un elicottero del Servizio Antincendio della Regione Campania per contenere le fiamme che hanno ormai bruciato per centinaia di metri la fitta vegetazione, con il danno pesante ad un habitat che periodicamente fa i conti con i tempi che la natura impone alla rinascita. Il rogo partito dal parco archeologico ha risalito la montagna e in poco tempo bruciato gran parte di questa.
Da terra sono operativi i Vigili del Fuoco e circa 20 uomini tra Comunità Montana e Protezione Civile di Piedimonte Matese (ed altri in procinto di mettersi al lavoro) sia in prossimità dei roghi che presso la base operativa della Comunità montana preposta anche al carico di acqua da parte dei mezzi aerei attrezzata a poche centinaia di metri dal centro cittadino. La sinergia tra Protezione Civile e Comunità Montata ha fatto sì che le operazioni di spegnimento potessero partire in tempi brevi; l’assistenza da terra si sta rivelando fondamentale permettendo al velivolo aereo di raccogliere in pochi secondi il quantitativo di acqua da versare sui roghi.
Sulla natura dell’incendio indagheranno le autorità preposte ma la preoccupazione degli uomini al lavoro e dei residenti è che si sia trattato di un incendio di natura dolore immaginando improbabile nella notte un fenomeno di autocombustione. Ancora una volta, come accaduto in passato e nel medesimo periodo, il Matese subisce la ferita e l’affronto di un fenomeno complesso e non sempre di facile controllo subordinato allo sciacallaggio morale e naturale perpetrato
