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Piedimonte Matese, chiusura punto nascita. Lunedì 7 luglio la manifestazione in Piazza Carmine

Appello ai cittadini dell'area matesina e della Valle del Medio Volturno

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Febbraio 2025. Neonati all’Ospedale di Piedimonte Matese. Foto Clarus

Chiusura punto nascita all’Ospedale Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese, si organizza la manifestazione pubblica: un corteo, le voci di protesta dei cittadini del Matese e della Valle del Medio Volturno per dire no, per chiedere il diritto alla salute e alle cure.
L’appuntamento pubblico, promosso dal gruppo social “Piedimonte è Viva” è fissato per lunedì 7 luglio alle 19.00 in Piazza Carmine.

Nel frattempo, la raccolta firme per chiedere una revisione di quanto stabilito è immediatamente dilagata sui social grazie ad un serrato passaparola tanto da raggiungere in circa 24 ore ore 1700 sottoscrizioni.

Il territorio si mobilita dopo che l’ASL Caserta, con una delibera firmata il 1 luglio dal direttore generale Amedeo Blasotti ha dato esecuzione alle disposizioni della Regione Campania che stando alle responsabilità in materia sanitaria rende esecutivo il provvedimento di Legge del 2015, dell’allora Governo Renzi, che fissa lo standard minimo di 500 parti annui per mantenere un punto nascita operativo.

Numeri che di fatto mancano all’area matesina: il calo demografico e il venir meno della fiducia nel servizio sanitario pubblico che in un recente passato ha sacrificato il diritto alla salute dei cittadini riducendo al minimo garanzie e servizi, oggi porta la conseguenza di una fuga dai territori verso altre strutture ed anche private. Mentre tutto accadeva, nessuna azione né programmazione politica tentava di mitigare lo strappo che oggi appare complesso da ricucire. Ma i cittadini ci credono in una deroga alla legge. Di fatto, nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell’Ospedale AGP di Piedimonte Matese non si nascerà più seppur resti garantito un servizio di pronto soccorso h24.

Il Comune di Piedimonte Matese. Alla protesta dei cittadini si affianca quella della politica: il Sindaco di Piedimonte Vittorio Civitillo con i consiglieri di maggioranza in una nota diffusa il 2 luglio denunciano le contraddizioni da parte della politica regionale che da una parte punta alla tutela delle aree interne, dall’altra procede con quei tagli che tradiscono la fiducia della popolazione. Fiducia di Civitillo e dei suoi nelle scelte del Governo Meloni che chiedeva alla Regione una dettagliata relazione sulle serie ragioni determinanti a tenere aperto il punto nascita del nosocomio matesino (come quello di Sapri e Sessa Aurunca) per permettere in deroga alla Legge del 2015 di rivedere tale scelta. “Dalla lettura degli atti, che erano già in nostro possesso – scrive Civitillo –  appare palese la contraddizione tra chi ci giudica area disagiata e ci riconosce come area interna e chi, invece, ritiene che non sia provato alcun disagio orografico, che, come avviene in tutta Italia, è il presupposto “incontrovertibile” per la concessione della deroga” (vai al comunicato).

Fratelli d’Italia. In campo anche Fratelli d’Italia di Piedimonte Matese che vede nell’interlocuzione tra sindaci e Governo centrale la possibilità risolutiva del caso: “i l dialogo dei sindaci con il Governo Meloni ha registrato pragmatismo, ragionevolezza, disponibilità ad analizzare e assecondare, ove vi fossero, gli atti della Regione – unica titolare delle decisioni in materia – finalizzati a risolvere del problema. E’ dovere civico e politico fare tutto il possibile, in fretta, e proseguire sulla strada dell’interlocuzione, con concretezza, fino alla soluzione” (vai al comunicato).

Proteste a Sessa Aurunca. Mobilitazione anche a Sessa Aurunca dove il Comitato San Rocco Bene Comune è sceso in campo per scongiurare il medesimo problema all’ospedale della città già dichiarato ‘comune svantaggiato’: “Un Disastro. Un vero disastro”, si legge nel comunicato del 2 luglio. “La chiusura del punto nascita del “San Rocco” rappresenta plasticamente il disastro della politica sanitaria su questo territorio”. Da parte del comitato civico invito alla responsabilità totale da parte dei tre attori in campo quali  politica, ASL e  cittadini. “L’attuale classe politica, senza distinzioni di parte e con qualche sporadica e mozza eccezione, non mostra di sentire questa battaglia. L’ASL di Caserta, negli ultimi anni, ha dimostrato particolare interesse agli appalti e alle costruzioni, ma non alla cura. Speriamo che i nuovi vertici aziendali possano segnare un radicale cambio di passo. Siamo sempre nel campo della speranza. Restiamo noi cittadini. Siamo pronti a manifestare?”.

 

 

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