Elèna Italiano – È viva e palpabile la passione per le tematiche centrali dello “Scampo scuola”, organizzato dal parroco Don Davide Ortega, presso la frazione di Trivolischi a Dragoni. Nell’appuntamento oramai ultradecennale, giovani e giovanissimi sono coinvolti nell’analisi, nella scoperta e nell’approfondimento di argomenti cruciali per un cristiano risvegliato. “Coscienza” e “coscientizzazione” sono le parole attorno alle quali si sta dipanando il lavoro di animatori e preanimatori. Termini in disuso, nel registro della quotidianità, dove a regnare è la “religione del profitto”, del “business”, del “numero”, i lemmi “coscienza” e “coscientizzazione” sono stati rispolverati e messi sul piedistallo dell’attenzione divenendo il cuore pulsante di una riflessione viva, partecipata, animata dal dibattito e dialogo costruttivo.
Contagiosa è la voglia di questi giovani di imparare, di scoprire l’esistenza e l’importanza di quelle “regioni interiori” che, per un cristiano, sono e devono essere la porta di accesso al senso del sacro.
La coscienza, la parte più sacra della persona umana, in ebraico, è detta “Lev”, cuore. Cuore: organo primario, centrale dell’essere umano da cui si irradia, si propaga e ritorna il flusso che permette alla vita di essere vita materica. Per Aristotele, sede della memoria. Per un Cristiano risvegliato, monito dell’esistenza di un “centro di sentimenti”, di “valutazioni”, di “raccordo valutativo” in cui il rispetto della persona umana, nella sua complessità, è la stella polare, la bussola, l’orientamento che dissuade dal ledere sé e l’altro da sè.
Così come Gesù insegna: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Condurre, traslittare, trasportare, far vivere tale massima nella vita quotidiana è, per un cristiano, al contempo, senso e sfida, necessità e obiettivo, così come ogni Catechesi suggerisce, propone, afferma, esige.
Integrare la fede con la vita non è un’operazione sicuramente semplice ma, non per questo, può essere operazione eludibile. Pena, l’anestesia della coscienza. Per un cristiano, difatti, la coscienza, non può essere mandata a nanna, non si possono rimboccare le coperte alle domande che la scuotono. Anzi, è proprio da quelle domande scomode – negli anni sorprendentemente inevase – che bisogna partire e ripartire se l’umano ha intenzione di evolvere davvero interiormente.
Con tale prezioso bagaglio di consapevolezze, al termine del percorso, i ragazzi avranno modo di raccontare e condividere i risultati della loro full immersion tramite numerose slides che, con dedizione, sono già in corso di ideazione, realizzazione, redazione. Dai tre tipi di coscienza (magica, ingenua, critica) al processo di coscientizzazione si snoderà un discorso interessante e impattante che verrà presentato come testimonianza del cammino svolto. Animati dal desiderio di scoprire, indagare, cercare risposte, gli animatori esporranno i loro lavori con la passione tipica di chi, tramite l’apprendimento condiviso, irrigato dal dubbio e dalle domande esistenziali, si trasforma perché – dato di fatto incontestabile – conoscere, sì, non può non trasformare. E le persone in trasformazione interiore, oggi, sono quelle che riusciranno a cambiare le cose domani. In coscienza. Con coscienza.