“Nessun favore. Solo diritti!”, le voci che giovedì 31 luglio si sono levate dal corteo che ha attraversato la città di Sessa Aurunca per chiedere la riapertura del Punto Nascita nell’ospedale cittadino “San Rocco” e nell’ospedale “Ave Gratia Plena” di Piedimonte Matese; manifestazione che ha raccolto anche un ulteriore appello, quello per una sanità pubblica in grado di garantire ad ogni cittadino servizi e vicinanza, senza favoritismi: il retroscena – nella città aurunca – dipinge un quadro complesso in cui entrano in gioco la carenza di personale e di mezzi di soccorso, il funzionamento parziale dei servizi.
A promuovere l’evento, come altre precedenti battaglie per la tutela della sanità pubblica, il Comitato San Rocco Bene comune coordinato da Domenico Palmieri, formazione di giovani e adulti saldati dal comune intento di restituire alla popolazione e al comprensorio il diritto alla salute accessibile e funzionale ai bisogni di ogni categoria sociale, e di ogni età anagrafica. Una chiamata a cui hanno risposto in tanti, circa 2500 in movimento da Piazza Tiberio, lungo Corso Lucilio, fino al vecchio Ospedale civico.
Bandiere, striscioni, cori di associazioni cittadine laiche ed ecclesiali; sacerdoti, sigle sindacali e numerosi i cittadini che spontaneamente si sono uniti alla manifestazione; presente il Gruppo d’Azione Piedimonte è Viva promotore delle manifestazioni per la riapertura del Punto Nascita a Piedimonte Matese: con la responsabile dell’iniziativa matesina Giovanna De Biasi anche l’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), l’Associazione Alife Vive, alcuni medici e infermieri, esponenti della politica territoriale.
In capo al corteo, insieme al Comitato San Rocco, il Vescovo Giacomo Cirulli che nel momento della mobilitazione popolare non ha fatto mancare la presenza, il supporto, la spinta ad andare avanti e parole di speranza anche dalle file della manifestazione che abbiamo raccolto ai nostri microfoni: “Va rispettato il diritto alla salute di chiunque. Nel caso in particolare relativo alla chiusura dei punti nascita, la scelta politica regionale di dichiarare queste aree ‘zone disagiate’ al fine di ottenere deroghe alla Legge di Governo che ne stabilisce la chiusura, deve tenerci in allerta e vigili: evitiamo che il perdurare dei disservizi, e dei tanti altri problemi legati alla salute pubblica, acuisca la nostra condizione di disagiati. Questo popolo deve essere rispettato nei suoi diritti”.
Alla Fontana di Ercole una sosta per dare voce alle donne, ai papà, a quanti hanno fatto esperienza del dramma dei disservizi in corso da anni, ma anche della straordinaria risorsa di umanità che medici e infermieri dell’Ospedale San Rocco hanno riversato e tutt’ora riversano nel loro lavoro. Dai microfoni le persone intervenute hanno chiesto di poter accedere con serenità e certezza delle soluzioni a questa struttura sanitaria
, la cura della persona nella sua totalità, la presa in carico del dolore fisico e morale. La voce popolare riconosce all’ospedale cittadino il potenziale (“che non troviamo altrove” hanno spesso ripetuto) di famiglia accogliente, merito di un contesto sociale in cui ci si guarda negli occhi, ci si riconosce prossimi, non si curano i numeri ma le persone. Immagine e sogno di un criterio di assistenza capillare sui territori in cui la cura comporti anche la dose delle relazioni.
Il lungo serpentone di gente ha raggiunto la collina da cui si erge il vecchio ospedale. Spazio a nuovi interventi tra cui un comunicato del Comitato che lotta a Sapri per i medesimi diritti, e in particolare voce alle richieste del Comitato San Rocco attraverso la voce del coordinatore Palmieri il quale, dati alla mano, ha confermato che nei territori coperti dai Punti Nascita oggetto di chiusura (Sessa, Piedimonte e Sapri) per un disegno di legge che riscrive gli standard sanitari e chiude i Punti dove nascono meno di 500 bambini all’anno, sono state accertate le nascite di 2000 neonati. Sotto accusa le migrazioni verso le strutture private ben più che alleate della sanità pubblica ma vere e proprie protagoniste della scena sanitaria in Campania. “Questa manifestazione non intende essere uno scherzo” e ha fatto appello alla politica locale – più volte interpellata – di scegliere se costruire il bene comune o curare la rete delle relazioni fondate sui favoritismi. Ulteriore appello alla cittadinanza e ai professionisti del territorio, in particolare Legali, perché le battaglie del Comitato San Rocco siano esperienza collettiva e condivisa.
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