Parole di pace, preghiere, invito all’unità dei popoli, la gioia del Vangelo hanno risuonato dal palco del Gen Rosso sabato 16 agosto a Mondragone. Parole rafforzate dalla voce e dai cori levati dal pubblico che non ha assistito, ma partecipato e si è coinvolto nel messaggio che racchiude ogni concerto del gruppo artistico internazionale.
Ad organizzare l’evento la parrocchia di San Rufino guidata dal sacerdote don Osvaldo Morelli, vicario per l’ambito Testimonianza e Vita cristiana delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca, e con lui una squadra di collaboratori parrocchiali. Alla vigilia erano grandi le attese per la serata, ma soprattutto le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori alla scelta del Gen Rosso: offrire un momento che coniugasse la festa e la speranza, la riflessione e l’impegno possibile a realizzare un mondo diverso.
In un’estate (ma un tempo che potremmo dilatare ben oltre la breve stagione) in cui si rincorrono manifestazioni popolari di ogni genere – innesto di gastronomia, musica non sempre “impegnata”, fiere artigiane e manifestazioni folkloristiche – la parrocchia di San Rufino si è mossa controcorrente ed ha centrato un significativo traguardo, quello del coinvolgimento sui temi “impegnati”, che dimostra come un palco su cui danzano note di musica cristiana possa essere veicolo di elevata qualità artistica e di un messaggio che sfida ogni tempo, soprattutto quello attuale. Il contesto resta quello delle celebrazioni in onore dell’Assunta che nella città balneare sul Tirreno attira migliaia di fedeli e turisti. È data la particolare occasione e il Gen Rosso ha animato una delle messe in onore della Vergine presieduta dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli.
“Sì, nascerà il mondo della pace/di guerra non si parlerà mai più”: è il canto della speranza, la stessa che nella storia dei credenti invita più volte a levare il capo, ad attendere, a guardare oltre. “Eppure nella notte, vedo più lontano”, ancora le parole del Gen Rosso che incarnano storie antiche di uomini e donne che hanno imparato ad attendere Dio e in quella attesa a non sentirsi mai soli, anche nel dolore. Fino a “Resta qui con noi”, la preghiera di chi confida che Gesù è la presenza, la sola che lenisce le ferite, dipana le tenebre, offre risposte di senso, l’Unico capace di rivelare Verità.
Il gruppo Gen Rosso è nato nel 1966 a Loppiano, una piccola località nelle colline toscane vicino Firenze, cittadella internazionale del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich. Qui Il 23 dicembre del ’66, fu lei a regalere ai giovani della comunità una chitarra e una batteria rossa; da qui il nome del gruppo: Gen Rosso, dove GEN sta per Generazione Nuova e Rosso è appunto il colore della prima batteria. Da quel momento un crescendo di creazioni artistiche, di performance in tutto il mondo, in più lingue ,vista la dimensione internazionale del gruppo. Oggi non sono soltanto concerto ma work shop, progetti di impegno sociale in cui la musica resta protagonista e con essa l’espressiva emotivia dell’uomo, la sua fede, il sogno di felicità.
A Mondragone, nella serata del concerto, tra il pubblico, anche il Vescovo Giacomo Cirulli che in apertura ha ringraziato gli organizzatori, e da profondo estimatore del Gen Rosso, ha invitato i presenti a vivere un’esperienza che sarebbe stata unica. Tutto confermato nel corso dello spettacolo.
Foto Franco Anfora


















