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La copia della Sacra Sindone ad Alvignano, tre giorni fra preghiera, fede e scienza

Dal 19 al 21 settembre il Santuario dell'Addolorata ha ospitato una copia del Sacro lino; evento a cura dell'Associazione "Cultura di Agire"

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È stata la risposta a dimostrare come la Sindone si confermi uno straordinario segno della fede cristiana: numerose, infatti, le presenze al Santuario dell’Addolorata in occasione dell’esposizione di una copia del Sacro lino che avvolse il corpo di Gesù deposto dalla croce.

Il week end 19-21 settembre ad Alvignano è stato un susseguirsi di parole e di preghiere, di studi e di testimonianze su uno dei simboli più amati e più discussi della storia. Ad organizzare l’evento – tra proposta culturale e spirituale – l’associazione Cultura di Agire guidata dal presidente Massimo Saccà al suo primo evento di promozione culturale e sociale per la comunità. La collaborazione con le Parrocchie e l’Associazione Borghi della Lettura ha fatto sì che diversi contenuti si completassero a vicenda per offrire un contenuto d’insieme adatto a chiunque aspettava dalla Sindone una parola: le relazioni dei maggiori esperti in Italia della Sindone, il teologo don Domenico Repice e la dottoressa Emanuela Marinelli (rispettivamente venerdì e domenica) hanno preparato il momento conclusivo della veglia di preghiera in cui la Sindone ha comunicato presenza e speranza; domenica sera, infatti, un Santuario pieno di presenze, ha accolto il più intenso ed intimo dei momento che l’iniziativa ha portato in paese. La preghiera guidata dai sacerdoti Don Francesco Vangeli e don Alessandro Occhibove, animata dal Coro interparrocchiale ha chiuso un percorso che ha suscitato domande e stupore, ma anche scaldato la fede di chi ha potuto guardare da vicino i segni di un evento unico che travalica la storia e ogni atto di conoscenza per diventare esperienza della presenza di Dio tra gli uomini. Tra le proposte che Cultura di Agire ha portato nell’evento, la presentazione di un libro su Carlo Acutis a cura dell’autore Raffaele Mazzarella, e una mostra d’arte pittorica dedicata alla passione di Cristo, opera dell’artista Annamaria Zoppi che ha esposto i suoi lavori in Santuario, la presenza del gruppo musicale cristiano pop-rock Nova.

Sulla sacra Sindone si sono concentrati i contenuti maggiori spaziando tra storia, scienza e fede, che i due relatori hanno posto con pacato equilibrio, dimostrando come dal 1898 – anno in cui la Scienza per la prima volta inizia ad interessarsi del lino – procedono di pari passo interrogativi e risposte, e di volta in volta ogni dubbio è puntualmente chiarito dalla ricerca, dalle aggiornate e sofisticate analisi che collocano la sindone a Gerusalemme, al periodo storico di Cristo. Il sangue impresso da un cadavere è solo il primo passo di una riflessione che assume un peso diverso di fronte all’immagine di un corpo impresso sul lenzuolo da una forte luce nel tempo di un attimo: un fenomeno che richiamando un fatto di luce non può che farci pensare all’istante della risurrezione”, le parole di Marinelli, nell’occasione collegatasi da remoto con l’assemblea presente in Santuario. Nessuna sbavatura di sangue, dunque nessun movimento, nessuna traccia di putrefazione sul lino, segno che il corpo avvolto in esso è stato custodito per poche ore.

Una riflessione anche sull’iconografia dedicata alla morte di Cristo oggi affidata ad una specifica mostra che la dott.ssa Marinelli ha citato e portato come testimonianza: la presenza della Sindone nella storia, ispiratrice da sempre dell’immagine di Cristo dimostra che lo sguardo di fedeli ed artisti fin dai primi secoli sia stato volto a quel lino, assunto come certo riflesso dell’immagine di Gesù morto in croce.

Scienza e fede continuano ad interrogarsi vicendevolmente; i risultati offerti dal Carbonio14, il test di laboratorio condotto nel 1988 che datava la Sindone tra  tra il 1260 e il 1390, da qualche anno sono fortemente messi in discussione a causa delle contaminazioni sul sacro lino segnalate da più parti scientifiche; recenti studi ai raggi X  – che accertano la datazione di tessuti già collocati in maniera certa al I secolo dopo Cristo, ascriverebbero anche la Sindone al medesimo periodo e all’area di Masada, a meno di 100 km da Gerusalemme.

Sulla Sindone parla dunque la Scienza e le più moderne tecniche di misurazione che attesterebbero l’epoca; la fede resta tuttavia la teca salda in cui la storia del Cristianesimo continua a percorrere i secoli.

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