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Mons. Pietro Farina: il 26 settembre 2013 i funerali nel Duomo di Caserta, le parole del Vescovo Nogaro

Dopo un periodo di malattia, moriva nella Clinica Neuromed di Pozzilli il 24 settembre; nel Duomo di Caserta i funerali presieduti dal Card. Crescenzio Sepe

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Il 27 settembre 2013, nel Duomo di Caserta si celebravano le esequie di Mons. Pietro Farina, vescovo della Diocesi di Caserta ed emerito della Diocesi di Alife-Caiazzo dove era giunto da Pastore nella primavera del 1999. Il suo ministero episcopale si chiudeva con un bagaglio di esperienza che lo aveva visto infaticabile nella proposta, nel desiderio costante di far crescere nella fede e nel servizio le sue comunità, nell’urgenza di aggiornare e formare la Chiesa ed il laicato impegnato in essa guardando la modernità e i cambiamenti repentini del tempo senza tradire l’impegno primario della preghiera, della comprensione dei segni. Anche in seno alla Conferenza Episcopale Italiana rivestì incarichi in cui agì con saggezza e profezia: parliamo del Consiglio per gli Affari Economici e del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica di cui fu presidente. Si spense il 24 settembre nella clinica Neuromed di Pozzilli (IS) dopo l’ultima preghiera insieme a Mons. Valentino Di Cerbo chiamato alla sede episcopale di Alife-Caiazzo.

L’apprensione di molti durante il periodo della malattia e il dolore alla notizia della sua scomparsa, si manifestarono nel giorno dei funerali attraverso la commossa partecipazione di fedeli e di clero. Fu il Card. Crescenzio Sepe – suo amico fraterno e presidente della Conferenza Episcopale – a presiedere la celebrazione; prima che il porporato benedicesse la bara, in un clima di grande raccoglimento, le parole del vescovo emerito di Caserta Mons. Raffaele Nogaro, rivelatrici del dolore della Chiesa casertana negli ultimi mesi della vita terrena del vescovo Pietro. Con gli occhi rivolti al feretro, senza mai distogliervi lo sguardo, parlando al più giovane fratello così si esprimeva: “Pregavo perché ero convinto che Dio ci facesse grazia, invece adesso con grande disagio entriamo nel Getsemani per dire “Si Padre, sia fatta la tua volontà”. Ci edifica il fatto, fratello Pietro, che tu in mezzo a noi sei stato il vero discepolo di Cristo. Gesù ti aveva dato tutti e cinque i talenti: la fede, la speranza, la carità, l’intelligenza, la volontà e tu li hai fatti fruttificare al massimo con buona fedeltà assoluta al tuo sacerdozio e alla Chiesa. E ora Gesù ti dice ‘Vieni servo buono e fedele’ nel regno che Dio ha preparato per te”.
Facendo poi memoria dei mesi trascorsi pregando per il confratello vescovo, Mons. Nogaro ricordava: “Negli ultimi mesi soprattutto, è stata devastante la malattia e quindi l’esperienza del fratello Pietro al punto che io ho pensato soprattutto in quest’ultimo mese, che lui guardandomi quando lo incontravo, mi dicesse ‘Cupio dissolvi et esse cum Cristo’: ho bisogno ormai di staccarmi, di sciogliermi dai lacci di questa terra per essere con Lui. E lo diceva sempre con quel sorriso che distingueva la sua persona, che rendeva cara la sua persona, che ha saputo mantenere fino all’ultimo istante. Ha salutato tutti noi col sorriso. Il motto del suo episcopato è ‘Et Resurrexit’: Pietro, noi sappiamo che tu sei risorto e sei felice”.

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