
Il dolore e la disperazione; la preghiera e la speranza. C’era tutto questo ieri a Caiazzo, nella Concattedrale, ai funerali del giovane Christian Femiano, morto in un incidente d’auto la notte tra il 29 e il 30 settembre sulla Strada provinciale tra Alvignano e Caiazzo. Il sindaco Stefano Giaquinto, già intervenuto con parole di cordoglio dopo i fatti, ha proclamato il lutto cittadino durante le ore del funerale e del corteo funebre e preso parte alle esequie esprimendo a nome della comunità il dolore di tutti e il sostegno alla famiglia (leggi l’intervento); serrande abbassate come gli sguardi, cupi e gonfi di lacrime dei parenti, amici, conoscenti. Diverse le manifestazioni di cordoglio rese pubblicamente da parte di associazioni e privati cittadini.
Aveva 16 anni Cristian; e quella notte rientrava a casa dopo essere stato ad una festa di 18 anni insieme a giovani come lui; il fratello Dody che era al volante resta aggrappato alla vita sul letto di un ospedale in attesa di recuperare; sul sedile posteriore dell’auto c’era un amico le cui condizioni di salute, pur nella loro complessità, restano sotto controllo del personale medico.
Che ne sarà dell’oggi e del domani senza Christian? Uno sforzo disumano pensarlo con la sola ragione, mentre ha chiesto la preghiera il parroco don Antonio Di Lorenzo, quella che alimenta “la speranza che non delude”: credere Christian nelle mani di Dio, e richiamando le recenti parole di Papa Leone, non ha esitato a descrivere il grido di dolore che chiede aiuto come il momento più vicino tra gli uomini e Dio.
Al termine della messa il saluto degli amici, un lancio di palloncini bianchi verso il cielo mentre alcuni striscioni esprimevano l’affetto per il giovane caiatino. Il corteo funebre verso il cimitero è stato accompagnato dal rombo dei motori di scooter e moto dei numerosi amici di Christian e del fratello Dody.
Le parole dell’omelia
Siamo qui con il cuore pieno di dolore e impreparati per il saluto a Christian.
Questo è il momento del silenzio; non ci possono essere parole che cambino o allevino questo dolore. Ci sono solo le lacrime, e una domanda che ci brucia dentro: “Perché?”.
Eppure, proprio in questo momento di buio, l’unica consolazione ci viene dalla Parola di Dio che ci parla di speranza. La speranza che è una promessa e una certezza: Christian è nelle mani di Dio, e quelle mani non lo lasciano andare.
Dio non è rimasto lontano da lui, neanche in quell’attimo terribile. Lo ha accolto, lo ha stretto a sé, come un padre che non lascia cadere il suo figlio più piccolo.
San Paolo scrive: “le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura.” (Lettera ai Romani 8:18). Oggi ci sembra impossibile credere alla “gloria futura”, ma la fede ci ricorda che Dio sa trasformare anche la notte più buia in un’alba nuova. Noi non possiamo cambiare la realtà, ma crediamo che Christian vive, in Dio, nella Sua luce, e che un giorno ci ritroveremo. Gesù ci ricorda che la vita non si ferma qui, che la morte non ha l’ultima parola, che nella casa del Padre c’è posto per tutti. E quella casa non è un luogo lontano: è il cuore stesso di Dio, dove non c’è più dolore né paura ma solo amore. Oggi vogliamo anche pregare per Dodi e Francesco, che lottano in ospedale. Che il Signore doni loro forza, speranza, e la certezza che Christian gli è vicino, in un modo nuovo, invisibile ma reale. E vogliamo pregare per Stefano e Antonella, per la famiglia, per gli amici, per tutti voi che vi sentite svuotati e forse morti insieme a lui.
Il Signore raccoglie ogni lacrima, anche quelle che non sappiamo versare.
Cari Ragazzi, forse oggi il cielo ci sembra muto.
Ma Dio non è assente.
Nel mistero del suo amore, Dio piange con noi.
E proprio nelle lacrime nasce la speranza, “la speranza che non delude”, perché viene dall’amore. In questo momento, forse, molti di noi vorrebbero gridare, un grido che ha fatto suo Gesù stesso sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Questo grido, però, oggi diventa per tutti noi invocazione, protesta, desiderio, consegna. Anzi in questo momento dove non ci restano parole, questo grido diventa preghiera. Nel suo ultimo grido, Gesù ha messo tutto ciò che gli restava: tutto il suo amore, tutta la sua speranza. Gesù non ha gridato contro il Padre, ma verso di Lui. Anche nel silenzio, era convinto che il Padre era lì. E così ci ha mostrato che la nostra speranza può gridare, persino quando tutto sembra perduto, come di recente ci ha ricordato Papa Leone.
Anche questo nostro grido che nasce dall’amore e dall’affetto per Christian diventa preghiera consegnata a Dio. “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori.” (Romani 5,5). Oggi non diciamo addio a Christian, perché la vita non finisce con la morte: continua in Dio, e l’amore che ci ha uniti qui non sarà mai spezzato. Oggi la chiesa ricorda Maria, col titolo di Vergine del Rosario, una preghiera cara al popolo cristiano perché ci ricorda la concretezza di Dio e nello stesso tempo le gioie e i dolori umani vissuti da Maria, e proprio con lei che oggi viviamo il suo sabato Santo nell’attesa di risorgere il suo Figlio:
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra,
oggi veniamo a te con il cuore spezzato.
Tu che hai conosciuto il dolore,
asciuga le lacrime di questa famiglia.
Accogli tra le tue braccia materne Christian.
Tienilo vicino al tuo cuore,
come un giorno stringesti tuo figlio nella pace.
Guarda con amore i suoi genitori, il fratello, gli amici:
consolali, dona loro la forza di continuare a credere e a sperare.
Madre della Speranza,
insegnaci a credere che la vita non finisce con la morte,
ma continua nella luce del tuo Figlio Gesù.
E quando anche per noi verrà l’ora dell’incontro,
fa’ che possiamo ritrovare Christian
e abbracciarlo di nuovo, nella gioia senza fine del cielo. Amen

















