Martina Belforte – Si è tenuto sabato 11 ottobre a Napoli, presso l’Ipogeo della Basilica del Buon Consiglio, il Meeting intitolato “Il coraggio di essere segno – Giovani missionari di giustizia e di pace”, promosso dall’Ufficio di Pastorale Giovanile Campania in collaborazione con diverse realtà ecclesiali e territoriali. Un’intera giornata, dalle 9.00 alle 17.00, dedicata ai giovani e al loro ruolo attivo nella società.
La mattinata ha ospitato due interventi di spessore: il primo, a cura del prof. Marcello Scarpa (docente all’Università Pontificia Salesiana), che ha esplorato il cammino della Chiesa dopo il Sinodo e il Giubileo, con particolare attenzione alla necessità di una pastorale “generativa”, capace cioè di mettere in moto processi e relazioni durature che coinvolgano i giovani. A tal proposito ha elencato molte realtà già esistenti da cui poter trarre spunto per le proprie comunità.
Il secondo intervento, affidato alla prof.ssa Rita Bichi (Università Cattolica del Sacro Cuore), ha offerto una lettura approfondita della condizione giovanile in Italia, mettendo in luce le sfide e le fragilità che vivono attualmente; un esempio sono i giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training), che per vari motivi non studiano e non lavorano e rischiano di perdere tutto ciò che la società può loro offrire, oltre al rischio maggiore di perdere se stessi. La professoressa ha sottolineato l’urgenza di una pastorale che sappia leggere la complessità dell’età giovanile e che accompagni con empatia e discernimento.
Dopo una breve pausa, i partecipanti si sono spostati per una visita al Rione Sanità, dove hanno potuto conoscere da vicino un’esperienza significativa di rigenerazione sociale e pastorale: si tratta della Cooperativa sociale La Paranza, che ha guidato i vari gruppi alla visita delle Catacombe di San Gennaro. La Paranza concretizza il messaggio del Meeting: rendere i giovani protagonisti del proprio territorio per evitare che siano costretti a cercare lavoro altrove o che si perdano; hanno così riscoperto e valorizzato le ricchezze del territorio, incrementato il turismo e, attraverso la loro attività, hanno avuto anche la possibilità di continuare e completare gli studi.
Essere “segno” oggi significa proprio questo: non vivere per sé, ma far fiorire vita attorno a sé; generare speranza, costruire ponti, rendere la fede una presenza che accompagna, sostiene e incoraggia.
Dopo un buffet offerto e una breve visita al museo di Jago, nella sua visione unica e futuristica, drammaticamente reale e impattante nei riferimenti all’arte riconosciuta, il gruppo di partecipanti è stato suddiviso per poter svolgere otto laboratori tematici, accompagnati dalla fondazione MUDD (Museo Diocesano Diffuso di Napoli) e guidati da alcuni sacerdoti, affrontando le sfide della pastorale giovanile in relazione a vari ambiti: dal digitale alla scuola, dall’inclusione sociale alla spiritualità, dalla sinodalità alla formazione. Ripensando al titolo del Meeting, si sente che è un invito personale: ad avere il coraggio di non restare spettatori, ma lasciare che la luce del Vangelo filtri attraverso le proprie mani, i propri sogni e il proprio impegno quotidiano. La giornata è stata molto arricchente sottolineando come i giovani siano ottime risorse da responsabilizzare per un futuro promettente da scrivere insieme.



















