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Italia. "Politica di difesa" tutta da ripensare

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Oliviero, presidente delle Acli, interviene sulle spese militari del Governo

“Non è solo una questione di risparmi e di efficienza. Quello che auspichiamo, e che purtroppo non vediamo, è un generale ripensamento della nostra politica di Difesa, non una semplice riorganizzazione del comparto militare”. Così il presidente delle Acli, Andrea Olivero, commenta il ridimensionamento delle spese
militari annunciato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, e in particolare la decisione di rinunciare all’acquisto di 40 su cacciabombardieri sugli oltre 130 inizialmente previsti. “L’attenzione alla spesa e agli equilibri economici è un segnale certo apprezzabile e comprensibile da parte di un governo tecnico”, afferma Olivero: “Ma resta l’impressione, in assenza di altri segnali, che l’unica politica industriale del nostro Paese sia quella militare. Mentre è tempo di riconvertire i nostri impianti industriali alla luce di un nuovo modello di sviluppo”. “Le Acli – continua Olivero – propongono un modello di difesa diverso, che investa meno sulle armi e più sulla difesa del territorio, sulla protezione civile, sulla cooperazione internazionale, sul servizio civile. Perché la difesa della Patria deve diventare sempre di più la difesa delle fasce sociali più deboli e la messa in sicurezza del nostro territorio”. (fonte www.agensir.it)

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