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Falco-De Nicola: basterà una sentenza?

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Dopo la pronuncia dei giudici della prima sezione del Tar Campania, che hanno accolto il ricorso presentato da Giuseppe Falco, giunge l’ora della “resa dei conti”: Falco dovrebbe riprendere possesso delle sue funzioni di presidente, dopo la decisione dei giudici amministrativi, che non solo hanno riconosciuto la piena legittimità e validità delle nomine effettuate dalla giunta regionale  di Antonio Bassolino, pur se in scadenza di mandato, ma hanno anche precisato che la decisione della giunta Caldoro di privare i presidenti così nominati dei poteri straordinari non andava presa. Falco, dunque, non solo ritorna alla guida dell’ente, ma riassumerà le sue funzioni senza il limite dell’attenuazione dei poteri. Quando ciò avverrà, però, non è ancora dato sapere. Pare che già martedì, in realtà, Falco chiederà il formale reintegro nella carica, dopo la notifica della sentenza al presidente attuale (a questo punto uscente) Umberto De Nicola. Questi, quindi, dovrebbe cedere il testimone e ripassare le consegne a Falco, dopo poche settimane di presidenza. Resta, in effetti, l’ipotesi di un possibile ricorso in Consiglio di Stato ma, nelle more di un nuovo, eventuale,  giudizio, Falco dovrebbe in ogni caso riassumere le sue funzioni. Per il momento, si resta in attesa di una conferenza stampa che chiarisca i termini della vicenda. Rimane, però un dato: la politica ambientale non può sottostare ai ricatti e ai meschini giochi dei partiti. Il walzer delle poltrone, che è una costante della lotta tra partiti, è stato uno spettacolo penoso, più penoso di tutte le altre volte, nel caso della successione alla presidenza dei parchi e delle aree protette in Campania. Lì dove ambientalisti, studiosi, ricercatori, studenti e appassionati dell’ambiente trovano l’ultimo baluardo alle nefandezze dei giochi di potere, arriva lo scontro tra giunte regionali: si insedia la giunta Caldoro e fa fuori i presidenti scelti da Bassolino.

Immancabile ricorso al Tar, si incrociano i destini giudiziari con quelli della politica ambientale e, sullo sfondo, resta lo sviluppo (mancato) delle aree protette, si lascia senza risposte uno stuolo di ambientalisti, rappresentanti dell’associazionismo, ricercatori, solo perché i partiti ambiscono a poltrone il cui prestigio, in realtà, dovrebbe essere dato dallo sporcarsi le scarpe di terra e fango, dal trascorrere ore tra i boschi e i sentieri per conoscere il territorio e migliorarlo. Le battaglie giudiziarie approdano, ora, ad un primo risultato ma, domani, si cambierà di nuovo? A pro di quale beneficio? Solo a discapito di un assetto e di un equilibrio che il Parco regionale del Matese cerca da anni e che, a dire il vero, con Giuseppe Falco era riuscito a trovare . Lo provano le decine di commenti apparsi in queste ore sulla pagina facebook dell’Ente, da parte di cittadini, rappresentanti del mondo associativo, ornitologi, ambientalisti, amanti della natura, rimasti spaesati dal passaggio di consegne tra Falco e De Nicola, avvenuto, per chi non è avvezzo alle beghe di potere, come un fulmine a ciel sereno. Per una volta, smettano i partiti di farsi le scarpe a vicenda. Lasciate che i territori abbiano almeno il tempo di orientarsi. E soprattutto, al di là di facili encomi estemporanei per chi lascia e per chi arriva, si lasci l’ambiente e la natura a quanti ne studiano la biodiversità, persone del tutto estranee alla sete di potere, che nel silenzio di un’azione quotidiana, vivono da sempre nel parco e per il parco.

Gianfrancesco D’Andrea.

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