Piedimonte Matese: nell’aiuola del monumento gli attrezzi di una brasserie. Ma nessuno sembra accorgersene.
Lì per lì viene da pensare che la giunta comunale abbia affidato in gestione anche l’aiuola sottostante il busto di Ercole d’Agnese, martire della Repubblica napoletana del 1799, docente di letteratura e nativo della città di Piedimonte Matese. Ma, ironia a parte, basta poco per restare mortificati da quel cancello aperto con facile licenza e, soprattutto, da quella griglia con carrello adagiata in bella mostra sul prato. Si è parlato in lungo e in largo, in questa torrida estate, di anarchia e di regolamentazioni varie, ma stavolta, a dire il vero, complici siamo un po’ tutti.
Ercole d’Agnese, come GianGiacomo Egg, come Aurora Sanseverino, come Enrico Caruso e infinti altri, è uno dei nostri antenati più auteroveli e vederlo ridotto a custode di un barbecue è quanto di più squallido ci si potesse mai aspettare. Ogni commento è superfluo, perché è superfluo dover interrogarsi sul perché sia accaduta una cosa del genere: un cancello aperto, quello di un monumento pubblico, il carrello di un barbecue depositato come in un privato garage.
Sindaco Cappello, non perda tempo: adesso che lo sa, invii una pattuglia della polizia muncipale, faccia sequestrare il barbecue e imponga di chiudere il cancelletto con un lucchetto nuovo. Per i monumenti funziona così e la Città gliene sarà veramente grata. (g. dand).