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Luci e ombre sul turismo Matesino

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Il bilancio degli operatori turistici non entusiasma

Presenze turistiche a macchia di  leopardo, sul Matese, ma nel complesso il bilancio degli operatori, relativamente ai mesi di luglio e agosto, conta più ombre che luci. Con un dato sempre più eloquente: alla iniziativa dei privati non corrisponde eguale impegno da parte delle istituzioni. Basti pensare che dinanzi all’Hotel Miralago, l’unico resort a quattro stelle del Matese, i sacchetti dell’umido vengono raccolti a distanza di diversi giorni: “Una cosa inaudita – commenta amareggiata Francesca Riselli, direttore marketing – perché in alta montagna, anziché respirare aria buona, i nostri ospiti sono stati costretti a convivere con l’odore nauseabondo dei rifiuti”. Ma l’elenco di ciò che non funziona è lungo: “Questa stagione – continua Riselli – dal punto di vista meteorologico è stata fantastica. La vasta gamma di sport praticabili all’aperto avrebbe incoraggiato le presenze. Eppure, con il lago a due passi, non si è mai riuscito a fare decollare un progetto di sviluppo turistico tale da consentire l’uso di canoe, grazie alla presenza di pontili lungo le sponde. Così, nonostante la buona cucina e il centro benessere, complice anche la crisi economica, in due mesi non abbiamo mai registrato il tutto esaurito”.
Se da un lato, infatti, la crisi ha penalizzato anche gli operatori turistici del Matese, dall’altro non va sottaciuta l’assenza di una filiera istituzionale in grado di saper valorizzare il potenziale turistico del parco regionale. I gusti e le esigenze dei visitatori si evolvono. Ma restano i nodi irrisolti. Come dimostra il belvedere di Miralago, solitamente fra le località più frequentate, oggi ridotto a un ricettacolo di rifiuti, ma non solo: gli scheletri degli chalet realizzati sul pianoro con i fondi del piano intergrato del parco sono rimasti opera vuota  e senza senso. Finanziamenti e opportunità bruciate al vento. Senza che vi siano state, negli ultimi anni, denunce o proteste, tranne quelle degli organi di stampa. Eppure, non manca l’inventiva dei privati e delle associazioni, che continuano a prodigarsi per offrire un minimo di svago e impiego del tempo libero, pur se tra mille difficoltà, legate soprattutto agli sport estremi o alla ricerca naturalistica. “Il campo di Migrandata – aggiunge Riselli – ci ha portato qualche presenza in più, grazie anche ai pacchetti offerta che avevamo studiato come collaborazione all’evento promosso da Ardea onlus”.
Non mancano, però, realtà virtuose come Letino, dove il Comune, in questi anni, è riuscito a recuperare il centro storico invogliando diverse famiglie di casertani e napoletani ad acquistare le vecchie case in pietra, oggi interamente ristrutturate. “Il picco massimo delle presenze – spiega il vicesindaco Fausto Perronelo abbiamo registrato durante i tre giorni di Luoghi fuori Logo, il Festival che quest’anno ha ospitato un grande della musica come Roberto Vecchioni. Ma anche nella seconda metà d’agosto, i nostri affittacamere e agriturismi hanno registrato un buon numero di turisti provenienti dal Lazio e persino dalla Puglia”. Da ottimizzare, tuttavia, gli orari di visita al castello, oggi aperto al pubblico solo su prenotazione, e al percorso naturalistico delle interessanti Grotte del Cauto.
Drammatica la situazione di Bocca della Selva, dove si registra l’assoluta mancanza di prospettiva: “Al momento – spiega il consigliere delegato al turismo del Comune di Piedimonte, Alfredo De Rosanon abbiamo un piano dettagliato di interventi di promozione. Tra l’altro, il Comune non ha possibilità di spendere neanche un centesimo nel settore dello sport e del turismo”.
Intanto, entro l’autunno, anche il rifugio Cristallo, penalizzato lo scorso inverno dalla definitiva chiusura degli impianti scioviari, potrebbe chiudere i battenti.
(fonte Il Mattino)

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