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Venezia69. Napoli in scena con i film di Marra e Di Costanzo

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“L’intervallo” e “Il gemello”, girati nel capoluogo campano, conquistano gli spettatori e strappano  lunghi applausi. Interessante anche il film sulle trappole del web “Disconnect”

Tanta Napoli quest’anno sugli schermi lidensi. Da pellicole che portano la firma di nomi hollywoodiani (Jonathan Demme)  fino a quelle, soprattutto, nostrane e genuine, parlate per intero, o quasi, in un verace dialetto, tanto da richiedere la presenza di sottotitoli italiani, oltre che di quelli inglesi, come fu per l’acclamato “Gomorra“.
Proprio per una presenza partenopea si è caratterizzato il programma della giornata di oggi, con ben due film, non in concorso, dal forte sapore partenopeo.
Davvero sorprendente e inaspettato “L’intervallo“, (Orizzonti) del napoletano Leonardo Di Costanzo, girato per intero in un ex ospedale psichiatrico di Napoli, dove si ritrovano forzatamente rinchiusi Salvatore e Veronica, lei sequestrata dal boss del quartiere per uno sgarbo subito, lui obbligato a tenerla d’occhio. Un incontro tra due adolescenti che diventa via via intenso fino a divenire il principio di un’amicizia, o qualcosa di più, uno scambio di intimità sul cui futuro penderà un grande punto interrogativo. Ma prima di tutto si rivela essere una parentesi, una pausa (da qui il titolo del film) da una dura realtà in cui la camorra esercita il proprio potere anche sulla vita privata delle persone, fino a influenzarne gli affetti.

"L'intervallo" di Di Costanzo


Una storia essenziale, che avanza con realismo, in punta di piedi, nello scontro di personalità forti e diverse, interpretata da due bravissimi attori alle prime armi (Alessio Gallo e Francesca Riso, lui fa lo spedizionista, lei va ancora a scuola, timidissima in conferenza stampa) guidati sapientemente da Di Costanzo, da sempre documentarista, il quale alla stampa stamani ha rimarcato come il suo “non sia un film sulla camorra, essa resta solo un elemento narrativo. Non si tratta di un fatto reale, ma, certo, è una storia verosimile“.
Ancora Napoli nel nuovo film di Vincenzo MarraIl gemello” (Giornate degli autori), girato nel carcere di Secondigliano. Incontro ravvicinato con i detenuti, anzi, con Raffaele in particolare, che il regista, con tocco documentaristico, segue costantemente nell’attività quotidiana vissuta fra pareti senza uscita, dove il pensiero costante è quello rivolto alla “vita che verrà”, quando gli anni da scontare saranno finiti. Pur essendo di rilievo il lavoro di Marra nel seguire, come di rado è stato fatto in Italia, la vita dei carcerati, manca forse di quello sguardo particolare che avrebbe reso il film più personale e particolare, e che gli avrebbe consentito di distanziarsi dal semplice documentario. Il film in queste ore è anche stato messo a disposizione per la visione sul web (clicca qui).

Chi ha paura della rete? Tra i film sicuramente più interessanti visti finora alla Mostra, c’è “Disconnect”, dell’americano Henry Alex Rubin. Si tratta di tre storie di personaggi alle prese con i pericoli delle chat online (inclusa quella di Fecebook), fonti di guai inaspettati e pericolosi sino a provocare il suicidio di un adolescente. Linee narrative che si intrecciano e che oscillano dal thriller al melò, con un ritmo serrato che tiene viva l’attenzione. Non un capolavoro, ma di sicuro il film più moderno, per contenuti, girato per le sale del Lido finora. L’uscita nei cinema italiani è prevista per il 2013.

mich.mend

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