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Medici e intramoenia, indaga la Guardia di Finanza

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Gli indagati non hanno versato le quote dovute all’Asl, il 50% del loro fatturato

Per l’ipotesi di reato di peculato scattano i primi sequestri preventivi contro i medici coinvolti nell’indagine «Intramoenia». Finiscono così sotto sigilli conti correnti e beni immobili. Ad agire la guardia di Finanza di Piedimonte Matese che si è mossa dietro le direttive della procura generale della Corte dei Conti. Lo stesso organismo che aveva disposto una analoga misura preventiva nei confronti di ex amministratori della Provincia in una indagine relativa all’Acms.

L’INDAGINE DAL 2009 – L’inchiesta che ha scosso gli ambienti sanitari dell’intera provincia parte nel 2009 quando le fiamme gialle perquisirono gli studi e le abitazioni di trentaquattro medici. Professionisti che, in gran parte, lavorano fra gli ospedali di Piedimonte Matese, Teano e Caserta, prestando, inoltre, attività professionale in forma privata. Quindi, medici che hanno deciso di adottare il sistema di «intramoenia». Un protocollo secondo cui il medico ospedaliero che decide di lavorare anche presso studi privati dovrebbe versare il 50% del proprio fatturato all’Asl. Il sistema dovrebbe – contemporaneamente – generare parcelle più contenute in favore dei pazienti e maggiori entrate nelle casse delle aziende sanitarie.

NESSUN VERSAMENTO DELLE QUOTE ALL’ASL – Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati non avrebbero versato le quote dovute all’Asl. Lo scorso dicembre il giudice per le indagini preliminari Meccariello su richiesta del pubblico ministero Francesca De Renzis ha disposto l’archiviazione per dieci medici. Per il resto degli indagati è stata emessa richiesta di rinvio a giudizio. La maggior parte dei professionisti coinvolti nella vicenda sono dell’Alto Casertano ed in particolar modo di Piedimonte Matese, Baia e Latina, Dragoni, Vairano Patenora, Caiazzo. Lavorano tra gli ospedali di Piedimonte, Maddaloni, Teano e Caserta, prestando attività professionale in forma anche privata. Potrebbe ammontare a diversi milioni di euro i danni all’erario a seguito dei mancati versamenti dovuti.

RINVIO A GIUDIZIO PER 24 MEDICI- Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 camici bianchi: Antimo Cappello, Luigi Bergamin, Luigi Bifulco, Arnaldo Brienza, Carlo Capuano, Giuseppe Casino, Angelantonio Caso, Fabio Cecconi, Agostino Cirillo, Anna Cristillo, Luigi Di Risi, Francesco Della Corte, Giovanni Di Tommaso, Fabrizio Ferraiolo, Giovanni Italiano, Alfonso Marra, Giuseppe Mastrobuono, Antonio Palermo, Guido Pane, Antonino Puorto, Michela Quarantiello, Ignazio Scaravilli e Armando Volpe. Inoltre, le fiamme gialle indagano sulla posizione altri 51 professionisti; anche nei loro confronti ci sarebbe l’accusa di peculato.

Fonte Giancarlo Izzo – Corriere del Mezzogirono

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