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Differenziata: dove va a finire quello che buttiamo?

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Un’indagine di Hera ci racconta il viaggio dei rifiuti dalle nostre case fino alla loro nuova vita.

Per il terzo anno consecutivo, Hera pubblica un rapporto che ci dice dove va a finire la nostra differenziata. Va però detto che, essendo Hera un’azienda multiservizi che gestisce lo smaltimento rifiuti in alcune zone dell’Emilia-Romagna, la ricerca è stata sostanzialmente eseguita in quello specifico contesto regionale. E’ comunque un esempio chiaro di applicazione delle indicazioni che giungono da Bruxelles per fare un passo avanti nella qualità di un servizio che non si può più limitare a fornire dati sulla quantità di differenziata raccolta ma, appunto, deve anche dirci quanto tale gesto produca risultati concreti.
Ebbene, secondo la ricerca quasi la metà dei rifiuti urbani prodotti dai 2,7 milioni di abitanti serviti dall’azienda sono raccolti in modo differenziato. Di questi, mediamente, la quantità di rifiuti scartata (perché non idonea al recupero o inquinata da corpi estranei) è di appena il 6,6%. Tutto il resto, ovvero il 93,4%, viene reimmesso nel ciclo produttivo. Il dato fa registrare un miglioramento rispetto all’anno precedente, che comunque aveva registrato un recupero del 92%.
Per realizzare il monitoraggio, afferma il comunicato di Hera, sono stati raccolti ed incrociati i dati delle imprese che nel 2011 sono state la prima destinazione della raccolta differenziata, gestendo impianti di stoccaggio, selezione o prima lavorazione dei materiali che si trovano quasi totalmente sul territorio servito, di cui 10 sono situati nel bolognese. Queste imprese hanno poi inviato i materiali a 125 aziende che si sono occupate del recupero dei materiali. I dati, certificati da un ente esterno, sono disponibili online sulla pagina dedicata al rapporto.
Innalzare il livello di trasparenza relativo al ciclo dei rifiuti risulta fondamentale  per un Paese che non può permettersi di ignorare un problema oggi all’ordine del giorno, anche per aiutare ad abbattere, una volta per tutte, quelle sacche di diffidenza di chi non crede nell’effettiva bontà della raccolta differenziata.

(da YesLife)

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