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Piedimonte Matese. La cappella di San Biagio ritorna chiusa al pubblico

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Il rischio di atti vandalici e il randagismo hanno spinto il parroco don Cesare Tescione a impedire la fruizione libera dell’antichissimo luogo sacro

Da qualche giorno la bellissima cappella di San Biagio, nel centro storico di Piedimonte Matese, non è più aperta al pubblico. “Impossibile – spiega amareggiato il parroco di Santa Maria Maggiore don Cesare Tescionegarantire la sicurezza dei preziosi affreschi custoditi all’interno”.
La chiesa, che nel 1926 è stata dichiarata monumento nazionale, potrà quindi essere visitata soltanto su richiesta. Termina, così, la positiva esperienza voluta proprio da don Cesare Tescione, che garantendo l’apertura quotidiana della cappella, assicurava a turisti e visitatori la possibilità di fruire liberamente di uno dei più bei tesori d’arte custoditi nella città di Piedimonte Matese.
Purtroppo da un lato il randagismo, dall’altro il rischio di atti vandalici hanno indotto lo stesso sacerdote a fare un passo indietro. Alcuni randagi, infatti, avevano scelto la chiesa come rifugio temporaneo. Senza contare i gruppi di ragazzini che avevano preso l’abitudine di giocare all’interno della cappella. “La mia è stata una scelta preventiva – precisa don Cesare – che mi rattrista molto perché credo nella necessità di rendere fruibile alle persone il patrimonio storico e artistico della Parrocchia. Ma senza un vetro di protezione, per il quale al momento non ci sono i fondi, non me la sono sentita di esporre la cappella di San Biagio ad un rischio altissimo”. L’appello, dunque, va alla Sovrintendenza e, perché no, anche al Comune: occorrono risorse per installare un cancelletto o un sistema di protezione che permetta di ammirare, almeno dall’esterno, gli affreschi della Cappella, la cui costruzione è da collocarsi tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400.
Il ciclo di affreschi è trai più ricchi inerenti la vita di San Biagio: la Cappella, per questo motivo, è un’ opera significativa del primo ‘400 campano. Gli affreschi, di ottima qualità formale e stilistica, presentano non poche analogie con quelli di San Giovanni Battista ad Urbino e quelli di San Biagio realizzati dai fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni. Un precedente, questo della chiusura della Cappella di San Biagio, che ripropone il problema della fruizione dei beni culturali nella città di Piedimonte Matese, ma anche in diversi comuni della diocesi.
Una rete di tesori architettonici per nulla valorizzata e che richiederebbe, di contro, risorse economiche ingenti per assicurare ai potenziali turisti una piena fruizione dello stesso patrimonio artistico.

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