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Ciclo rifiuti, a Caserta la Commissione d'inchiesta

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Anche Monte Cila e Castello del Matese interessati dalle ispezioni

“Nella provincia di Caserta c’è tuttora un forte allarme ambientale e dal punto di vista della diffusione delle fonti d’inquinamento sul territorio la situazione è peggiorata rispetto all’audizione del 2011”. Con queste parole si è espresso il vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Enzo De Luca, che in questi giorni sta guidando la visita ispettiva della delegazione nel capoluogo di Terra di Lavoro. I commissari hanno anche effettuato un sopralluogo  alla centrale nucleare del Garigliano, oggi dismessa, e hanno incontrato il prefetto di Caserta Carmela Pagano con i vertici provinciali delle forze dell’ordine.
Sono due, secondo De Luca, gli elementi di particolare criticità: i roghi di rifiuti che la scorsa estate hanno inquinato una vasta area ricompresa tra le province di Napoli e Caserta e le migliaia di micro discariche derivanti dallo smaltimento di rifiuti di ogni tipo. Un fenomeno che non lascia immune il Matese e l’Alto Casertano, dove gli sversatoi abusivi, anche in area protetta, sono una costante. Senza contare gli incendi boschivi di natura dolosa, come quello verificatosi, da ultimo, sul Monte Cila di Piedimonte Matese. Un incendio che ha distrutto diversi ettari di bosco, nonostante la presenza delle squadre antincendio della Comunità Montana del Matese (che hanno la base operativa a poche centinaia di metri dal Monte Cila), la strada carrabile che porta a Castello del Matese e che permette di raggiungere il costone superiore e inferiore della montagna, e nonostante la presenza del nucelo comunale di protezione civile. Come si ricorderà, le fiamme furono domate dopo diversi giorni, con l’ausilio di elicotteri e altri mezzi della Forestale e dei Vigili del Fuoco. Riuscirà mai un’indagine, ammesso che sia stata aperta, a chiarire i tanti punti oscuri di questo ennesimo attentato all’ambiente?

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