Scrivere di persone detenute significa misurarsi con la dignità di uomini da conoscere e rispettare
Verrà presentata venerdì 15 marzo nel carcere romano di Regina Coeli (ore 11) la “Carta del carcere e della pena”, codice deontologico per giornalisti che si occupano di persone detenute. Firmato dagli Ordini dei giornalisti di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Basilicata, Sicilia, Liguria, Toscana e Sardegna, il documento presenta norme di autoregolamentazione per “sostenere la lotta ai pregiudizi e all’esclusione sociale delle persone condannate”, in osservanza dell’articolo 2 della Legge istitutiva dell’Ordine e dei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. “La Carta – spiegano i promotori – nasce da una riflessione collettiva, maturata all’interno delle redazioni carcerarie, tra coloro che fanno giornalismo in carcere e sul carcere. Da questo dibattito è emersa la necessità di ‘informare gli informatori’, che troppo spesso scrivono di carcere e di esecuzione penale ignorando cosa prevedono le leggi che regolano questa materia”. Tra le direttive rivolte ai giornalisti, l’invito a “usare termini appropriati in tutti i casi in cui un detenuto usufruisce di misure alternative al carcere” e “aprire con i lettori un dialogo” capace di “far maturare una nuova cultura del carcere che coinvolga la società civile”. Sui temi affrontati dalla Carta è in programma un seminario per giornalisti, venerdì alle 14.30, nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana.
Fonte Agensir