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Il Vescovo e i sacerdoti ad Amalfi: "Apriamoci senza timore al nuovo che avanza"

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In pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo Andrea

La Redazione – I sacerdoti della Diocesi di Alife-Caiazzo, in occasione del ritiro spirituale mensile, ieri accompagnati dal Vescovo Mons.Valentino Di Cerbo, si sono raccolti in preghiera sulla tomba dell’apostolo Andrea, ad Amalfi. Un incontro diverso dai tanti che durante l’anno accompagnano la formazione comunitaria del clero diocesano: la professione di fede sulla tomba del discepoli di Giovanni Battista, di uno tra i primi martiri, uno dei primi uomini a rispondere alla chiamata di Gesù, e tra i primi a scorgere la sua resurrezione, si carica di un significato più denso e autentico, più vicino all’immagine e alla testimonianza dell’Apostolo che dona la sua vita per il Vangelo fino al martirio.
Dopo la preghiera, la Celebrazione eucaristica, ove accanto a sè Mons.Di Cerbo ha voluto i sacerdoti che nei prossimi giorni ricorderanno il loro XV anniversario di ordinazione: don Andrea De Vico, don Emilio Meola, don Davide Ortega, don Mario Rega. “Un ricordo particolare va a Mons. Angelo Campagna, che dopo dieci anni di episcopato ebbe la gioia di ordinare nuovi giovani sacerdoti, tutti insieme: il Signore aveva ascoltato la sua preghiera, era stato attento al suo zelo, alla sua santità…”. Riflessione dedicata al valore del sacerdozio, vocazione ed  esperienza che si svelano e si rivelano nella condivisione spirituale e fraterna con i confratelli. Esperienza di fede che chiede ad ogni uomo chiamato dal Signore ad essere come l’apostolo Andrea: un ponte tra il Battista e Gesù, ponte tra Gesù e suo fratello Pietro, è lui infatti che già conosce il Maestro, a dire al fratello “vieni e vedi….”. Diventa ponte, ancora, in occasione della moltiplicazione dei pani, tra la fame della gente e Cristo, nutrimento per gli uomini. Diventa ponte, tra i pagani che chiedono di vedere Gesù e l’incontro con lui…”.
Sull’esempio di Andrea, il Vescovo ha chiesto ai suoi sacerdoti di essere ponte tra le generazioni,  tra la religiosità di un tempo – molto radicata nelle nostre terre – e il nuovo che avanza, che vuole una fede vissuta con maturità, con consapevole libertà. Andrea è l’uomo che si fida di Gesù più volte senza rimanere deluso da Lui. “La sua esperienza – ha concluso il Vescovo – ci chiede di essere pazienti e amorevoli verso le persone che hanno bisogno e che attraverso noi sacerdoti chiedono di incontrare Cristo nell’Eucarestia, nella preghiera, nell’ascolto, in un gesto di vicinanza…”.

 

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