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In occasione del Convegno su Mons.Nicola Di Girolamo l'appello ai sindaci e ai cittadini

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Dal Convegno organizzato a Caiazzo ieri mattina viene la proposta e la provocazione ai sindaci del territorio: intitolare una strada, in ciascun paese dell’ex diocesi di Caiazzo, al vescovo che per quarant’anni amò e lavorò per questa terra

La Redazione  – Un vero e proprio appello quello lanciato ai sindaci, agli amministratori, ai privati da parte del professore Sergio Tanzarella, docente di Storia della Chiesa e profondo conoscitore della storia della nostra terra. “Ricercatore” attento e scrupoloso, determinato e appassionato dei fatti che riguardano la Chiesa di Alife-Caiazzo e in essa delle vicende umane. L’occasione si è presentata ieri mattina nella Cattedrale di Caiazzo per il Convegno su Mons.Nicola Di Girolamo organizzato da un Comitato appositamente costituito per ricordare il 50mo della morte del caro Vescovo caiatino in occasione della recente festa in onore del patrono Santo Stefano Menecillo.

L’intervento del professore Sergio Tanzarella

La ricerca condotta da Tanzarella in prossimità del convegno ha confermato un dato ormai noto: l’assenza totale o parziale di documenti d’archivio (e non solo) appartenuto un tempo alle chiese del territorio impedisce ad oggi la ricostruzione della storia e della identità di un popolo. Nicola Maria Di Girolamo, non un uomo qualunque, ma il pastore semplice e dedito al suo popolo che per 40 anni ha condiviso l’umanità della sua gente, entrato nelle case “come uno di famiglia”. Cosi’ a Caiazzo e negli altri comuni dell’ex diocesi caiatina ricordano il giovane vescovo molisano giunto in città a soli 42 anni. Ieri mattina ad una discreta platea di adulti e alla presenza degli alunni delle scuole elementari, medie e superiori del comune si è parlato di memoria e di umanità, di sacrifici e di servizio, di spirito di solidarietà e della fede profonda di quest’uomo. A moderare gli interventi, Diamante Marotta, dirigente scolastico nonchè membro del Comitato organizzativo che per l’occasione ha pubblicato un prezioso “ricordo” dal titolo “L’episcopato di Mons.Girolamo Maria Di Girolamo nel 50° della sua morte”: pagine che raccolgono in maniera essenziale le tracce del suo ministero episcopale. L’intervento di Tanzarella si è collocato dopo i saluti del Vescovo S.E.Mons.Valentino Di Cerbo il quale ha portato un particolare ricordo personale di questo “Vescovo-padre”, come lui stesso ha voluto definirlo: “Fin da bambino ho sentito molto ben parlare  dalla mia maestra originaria di Caiazzo. L’incontro di questa mattina – nel rivolgersi al vasto pubblico di studenti – non è tempo speso male, ma piuttosto il recupero consapevole delle nostre radici, della storia a cui apparteniamo e un fermo immagine sulla nostra identità. Quando non sappiamo chi siamo rischiamo di perdere ogni libertà, rischiamo di dipendere solo dalle decisioni altrui…”. L’intervento di Tanzarella spazia tra un episcopato talora noto, altre volte “anonimo” a causa della già citata assenza di documentazione. Quarant’anni di episcopato documentati con poco. Diari, figli sciolti, corrispondenza ufficiale e privata: il ricco patrimonio spirituale del Vescovo oggi al vaglio di esperti e studiosi risulta ancora insufficiente a permettere uno studio sulla sua figura e di conseguenza sulle vicende che segnarono quei lunghi anni.

S.E.Mons.Valentino Di Cerbo, il professore Tanzarella e la famiglia Caiola. Alle spalle la mostra fotografica su Mons.Di Girolamo curata dal Comitato promotore dell’evento in collaborazione con l’associazione “Elvira Puorto”

Nato a Fossalto (Cb) il 16 settembre del 1880, Nicola Maria Di Girolamo, riceve l’ordinazione episcopale il 19 maggio del 1922; il 4 febbraio del 1923 fa il suo ingresso nella Diocesi di Caiazzo. Uno dei suoi “impegni” fu l’Azione Cattolica e la costituzione dei circoli in un gran numero di parrocchie. Lettere pastorali, due Congressi eucaristici, il Sinodo Diocesano, Il Bollettino Ufficiale, la ricognizione delle reliquie di Santo Stefano, la cura del seminario diocesano. Seppur giovane, fu pastore di grandi prospettive e larghe vedute. Prese parte all’apertura del Concilio Vaticano II e alla prima sessione dei lavori. Poi l’età avanzata e le condizioni di salute limitarono e condizionarono il suo lavoro. L’analisi di Tanzarella “scopre” il percorso del Vescovo lungo il corso della storia: mentre la diocesi di Alife viveva l’esperienza di 4 episcopati, Di Girolamo continuava a guidare Caiazzo; intanto si succedevano 3 Pontefici (Pio XI, Pio XII e Giovanni XXIII). Da Caiazzo assisteva all’avvento del Fascismo, al dramma della chiusura dei circoli di AC imposti dal Regime; vive l’esperienza del passaggio dalla monarchia alla repubblica e la promulgazione della Costituzione Italiana; poi la ricostruzione degli anni ’50 e il vento nuovo del Concilio. Ormai anziano in quegli anni, contribuì ai lavori preparatori cui furono chiamati a contribuire tutti i vescovi d’Italia con una proposta che lo classificava quale uomo moderno, di pace e dialogo: propose che al Concilio fossero presenti come spettatori e uditori le guide spirituali dei musulmani. Tanzarella nel suo intervento non ha fatto mancare nulla di ciò che le fonti riportano sulla figura di quest’uomo, con la dovuta sintesi, e la precisione che si conviene. Al suo però si sono aggiunti i ricordi e i racconti legati ai sentimenti e all’emozione di chi ha conosciuto il caro Vescovo: erano studenti del seminario o suoi collaboratori Don Giulio Farina, Don Antonio Chichierchia, don Tommaso Matarazzo, Don Agostino Secondino, Don Giovanni Fusco, Don Giuseppe Rocereto ed altri ancora. L’intervento di Don Antonio e Don Giulio Farina hanno ulteriormente “svelato” l’umanità del Vescovo-padre quale fu Mons.Di Girolamo. Ad essi si è aggiunto il ricordo caro e commosso dei familiari attraverso le parole di Corrado Caiola, marito di una nipote diretta del vescovo.
Il ricordo di Di Girolamo verrà nuovamente celebrato in occasione dell’anniversario della sua morte, il prossimo 5 luglio, con una messa presieduta da S.E. Mons.Valentino Di Cerbo.

Sul numero di Clarus in uscita a giugno (n.6-2013) sarà possibile trovare un ulteriore approfondimento sulla vicenda “archivi di Alife e Caiazzo” e l’appello a cura del prof.Sergio Tanzarella

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