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Alife. Amministrazioni a metà

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Il secondo comune più popoloso del territorio rischia di ritrovarsi senza Sindaco per la seconda volta in pochissimi anni

La Redazione – La vicenda alifana degli ultimi giorni fa pensare, e non solo ad Alife e ai suoi amministratori. La Minoranza dell’antica città di origine romana ha trovato in Daniele Cirioli  uno con “il difetto – è lui stesso dal blog Vivi Alife 2.0 a parlarne – di andare a leggere i conti e fare le mie considerazioni di bilancio“.
Pensate se ogni comune avesse un solo consigliere di minoranza, una sorta di assiduo controllore della contabilità… Allora ne scopriremmo di nuove quotidianamente!
Cirioli fa sapere che “nell’ultimo mese (il sindaco Giuseppe Avecone, ndr) ha chiesto 6,5 mln di prestito: 1) una richiesta di un prestito extra, di durata trentennale, alla Cassa depositi e prestiti per l’importo di 5 milioni di euro (!?!?), da utilizzare per il pagamento di debiti arretrati del Comune. Ma come? Avecone non aveva  detto che il Comune stava in ottime acque, quando approvava i Rendiconti del passato? E, se ha necessità di 5 milioni di euro per pagare debiti del passato, perché non ha accordato il “dissesto” che pure gli avevamo suggerito? Con il dissesto, gli alifani avrebbero risparmiato i 6 milioni di nuovi debiti accumulati, perché avrebbero avuto accesso a contributi statali e a finanziamenti agevolati. 2) la richiesta di un’anticipazione di Tesoreria extra arrivata, ad aprile, a circa 1,5 milioni di euro!”.
Di fronte ad un debito annunciato la Minoranza aveva insistentemente chiesto al Sindaco di dichiarare il dissesto finanziario, che avrebbe garantito ai cittadini di tenersi al di fuori di un debito e di una spesa che inevitabilmente continuerà a gravare sulle loro spalle. Quel gesto forse avrebbe messo al sicuro – responsabilmente – tutta la comunità. Non sarebbe certo stata una sconfitta; tale è invece quella di adesso, di una maggioranza che in campagna elettorale invitava a guardare oltre, a pensare al futuro, a ripensare l’economia locale, al rilancio agroalimentare di cui un tempo questa città era fiera e oggi paga lo scotto di una leggerezza di troppo (dove per leggerezza s’intendono le scadenze, i termini, e non i contenuti delle discussioni in programma). E’ passato troppo poco tempo prima di inciampare. Alife nel giro di pochi anni vede chiudersi la seconda Amministrazione (una dopo l’altra) prima che essa concluda il suo regolare percorso. Che cosa strana, questa, nella terra dove nomi e cognomi di taluni sindaci e famiglie rimangono in carica (o nei dintorni delle cariche) per decenni! Cosa accade in città?
Questo non è un articolo di cronaca. O meglio, lo è solo in parte. E’ un pensiero ad alta voce che commenta le foto di un territorio, di cui quella a colori in questo momento sembra essere l’immagine di Alife (specchio di altre realtà?).

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