Azioni di recupero per chi commette reato
Importanti novità sono state trasmesse da Papa Francesco a proposito del sistema di giustizia penale dello Stato Vaticano. Dal primo settembre prossimo, infatti, entrerà in vigore a tutti gli effetti il nuovo ordinamento dietro volontà del pontefice. L’aggiornamento del codice penale è considerato indispensabile e risponde a due esigenze in particolare: la revisione di un complesso di leggi grosso modo ferme al 1929, anno dei Patti lateranensi e, in secondo luogo, l’allineamento di esso alle tendenze giurisprudenziali più giovani di carattere internazionale. Tra le innovazioni proposte quella forse più singolare è l’abolizione dell’“ergastolo”, che avrà come surrogato la reclusione per 35 anni, pena di maggiore gravità. A proposito dell’adeguamento del codice vaticano ai principali indirizzi internazionali di cui sopra, nel codice della Chiesa verrà inserito il “reato di tortura”, mutuato dalla convenzione firmata dalle Nazioni Unite nel 1984. Tuttavia, il bisogno di ridefinire la rosa dei provvedimenti della giustizia penale vaticana s’inscrive nel bisogno più ampio di una riforma complessiva che riguardi l’intero assetto di governo dello Stato della Chiesa. In tal senso, l’attenzione viene focalizzata sul reo, attraverso un’analisi approfondita della sua posizione che ne permetterà il recupero. Inoltre, verranno esacerbate alcune pene riservate ai reati più gravi a danno dei minori, come la prostituzione, la pedopornografia, gli atti sessuali con minori e via dicendo.
Giovanna Corsale