Numerosi fedeli anche dai paesi vicini, hanno affollato come ogni anno il piccolo Santuario mariano
La Redazione – Si sono conclusi ieri sera, con la messa presieduta dal Vescovo S. E. Mons. Valentino Di Cerbo, i festeggiamenti in onore della Madonna della Grazia presso l’omonimo santuario in Alife.
Numerosi, come sempre, i fedeli giunti dal centro cittadino e dai comuni limitrofi, condividendo la profonda devozione alla Vergine. Un luogo, il piccolo Santuario di campagna – posto lungo una delle vie Francigene del Sud – meta di continui pellegrinaggi: ad ogni ora del giorno è possibile scorgere persone in preghiera, in sosta anche per pochi secondi, che lungo “il cammino” di una giornata densa di attività, lavoro o impegni, non rinunciano al dialogo intimo e personale con la Vergine.
Tutto il novenario, sul tema “Maria, icona perfetta della fede” è stato un susseguirsi di presenze: anziani, famiglie, giovani, tutti uniti da un legame antico o nuovo con questo luogo; ogni sera la celebrazione è stata presieduta da diversi sacerdoti diocesani che a turno hanno riflettuto su alcuni punti dell’ultima Enciclica Lumen Fidei.
Ieri sera, Mons. Di Cerbo, riflettendo sul Vangelo del giorno (Luca 16,1-13), in cui Gesù al termine della parabola dell’amministratore disonesto, dice ai suoi “Non potete servire Dio e la ricchezza”, ha pronunciato un vero e proprio manifesto dal profilo etico e sociale, rivolto a tutti, in particolare ai tanti cattolici dalle buone abitudini. “Troppo spesso, con il nostro silenzio, ci facciamo complici della pessima gestione e del maltrattamento dello straordinario patrimonio ambientale in cui risiediamo. Troppo spesso taciamo di fronte ai diritti negati dei giovani lavoratori di questa terra. E quante volte chiediamo perdono a Dio per questi silenzi e per la complicità che offriamo alla pessima gestione e amministrazione della nostra terra?”. Su tutto, il riferimento a Maria, la donna della grazia, dell’unica grazia, quella cioè di convertire il cuore di ciascuno e accompagnarlo con la docilità e la cura di madre, nel cammino lungo le strade del mondo, lungo la quotidianità di ciascuno, fatta di impegni, di serie responsabilità, di partecipazione alla vita dei fratelli.
Al termine della messa, officiata nel piazzale adiacente il Santuario, il rettore della chiesa don Emilio Di Muccio ha ringraziato i presenti, i sacerdoti concelebranti (don Domenico La Cerra e don Lucio D’Abraccio), le autorità civili e militari, ma soprattutto la comunità dei fedeli che unitamente al comitato festeggiamenti cura e custodisce il luogo.