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Asl Caserta. Trasfusioni di sangue a domicilio in tutta la Provincia

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La costituzione di un’ équipe composta da medici specialisti ed infermieri presenti presso il Centro Trasfusionale del P.O. Moscati di Aversa permetterà, in caso di necessità, di sviluppare gli interventi di terapia trasfusionale direttamente a casa dei pazienti.

 Il gruppo di esperti, che opera in stretta collaborazione con il Coordinamento Cure Domiciliari ADI,  agisce nell’ottica della continuità delle cure ospedale-territorio per assicurare una migliore qualità di vita del malato e dei suoi familiari favorendo l’umanizzazione delle cure e assicurando un  migliore utilizzo delle risorse del SSN.

La realizzazione della emoterapia domiciliare nel territorio dell’ASL Caserta, diretta da Paolo Menduni, è una realtà che in fase organizzativa risulta già avviata dal mese di luglio di quest’anno, grazie all’intesa intercorsa tra la Direzione sanitaria aziendale, rappresentata da Gaetano Danzi e il Presidio Ospedaliero di Aversa, diretto da Giuseppe Tatavitto.  Mediante il protocollo avviato è stato favorito  il raccordo tra le diverse strutture dell’ ospedale e del territorio. L’ attuazione  pratica dell’attività ha visto coinvolti il Servizio Trasfusionale del P.O. Moscati di Aversa, diretto da Saverio Misso, il Servizio per le Cure domiciliari, diretto da Carmine Lauriello, il Servizio Qualità e miglioramenti dei percorsi, diretto da Luigi Buzzoni. La collaborazione attiva  tra servizi interessati ha permesso di sviluppare e rendere operativo su tutto il territorio della provincia di Caserta un modello programmato di gestione della terapia trasfusionale domiciliare,  come era stato già prefigurato nella delibera D.G. n 710 del 30/05/2013 avente ad oggetto “Procedura di gestione della terapia trasfusionale programmata domiciliare in ADI ed ambulatoriale presidiale ASL Caserta”. “Il progetto, chiarisce il direttore sanitario aziendale Gaetano Danzi, si inserisce nel discorso delle Cure Domiciliari e integrazione Ospedale Territorio, per favorire il ricorso all’ospedale solo delle problematiche urgenti”. Il gruppo degli esperti del Centro trasfusionale di Aversa, medici specialisti ed infermieri, opera in stretta collaborazione con il Coordinamento Cure Domiciliari ADI, nel caso di necessità di terapia trasfusionale, l’équipe interviene prontamente recandosi al domicilio dei pazienti nell’ottica della continuità delle cure ospedale-territorio.  Questo tipo di organizzazione oltre a  favorire un migliore utilizzo delle risorse del SSN e l’umanizzazione delle cure, tende ad assicurare una migliore qualità di vita non solo al paziente ma anche ai suoi familiari.
sangue_trasfusioniL’intervento realizzato rappresenta una sfida importante per l’ASL Caserta, infatti, mentre in ambito ospedaliero  la trasfusione di sangue o dei suoi componenti, è una procedura ordinaria regolata da  puntuali linee guida elaborate dalla Commissione  Nazionale per il Servizio Trasfusionale e dalla Società Italiana di Medicina Trasfusionale (SIMTI) oltre che da una specifica normativa (L. 107 del 4 maggio 1990, L. 219/05, DD.MM. 25-26/01/2001 e 03/03/2005), la Emotrasfusione Domiciliare viene praticata  soltanto da un esiguo numero di Medici di Medicina  Generale (MMG), per motivi di carattere formativo, organizzativo e per i potenziali rischi che comporta.
Nonostante i dati della letteratura riguardanti le emotrasfusioni domiciliari siano relativamente scarsi, i risultati indicano che questa procedura può essere considerata una valida alternativa alla ospedalizzazione con un notevole contenimento dei costi e riduzione dei disagi per quei pazienti (oncologici, ematologici etc.) che per varie problematiche legate alle patologie di cui sono portatori non hanno possibilità ad accedere al centro trasfusionale e per i quali un ricovero in ospedale per il solo supporto trasfusionale sarebbe inappropriato.

Approfondimento
 Quali sono i pazienti a cui riservare la possibilità della emotrasfusione domiciliare?
• Soggetti anziani con grave anemia cronica (livelli di Hb compresi fra 5 e 8 g/dl) non altrimenti trattabile con farmaci specifici (tipo Vit B12, Ac. folico, eritropoietina ricombinante, ferro) e con grave deficit deambulatorio;
• Soggetti con patologie oncologiche ma con discrete prospettive di vita (> di 1 mese);
• Malati di AIDS in fase terminale;
• Anemia aplastica, mielodisplasie, sindromi mieloproliferative e linfoproliferative in pazienti con difficoltà a spostarsi dal proprio domicilio.
Non bisogna ricorrere alla trasfusione di sangue e suoi derivati nelle seguenti condizioni: malati con anemia secondaria a patologia infiammatoria, malati con cirrosi che non sanguinano e che non hanno una vera anemia; malati con anemia ipocromica sideropenica che necessita di sola terapia marziale. Al MMG nonché al medico specialista in medicina trasfusionale eo immunoematologia, che intenda praticare una emotrasfusione domiciliare, è quindi richiesto di valutare i rischi connessi alla procedura eseguita in un ambiente non dedicato, verificare con attenzione quando ne esista una precisa indicazione, ricorrere all’emocomponente specifico per il difetto che si vuole correggere.
L’assistenza domiciliare, favorendo un uso appropriato delle risorse del SSN, contribuisce a deflazionare i ricoveri inappropriati.

Comunicato Stampa, U.O.C. URP e Comunicazione, Direttore Responsabile dr.ssa  Lidia Tesei

2 COMMENTI

  1. Mio padre 93enne è un malato oncologico con problemi di anemia.
    È allettato e quindi recarsi presso l’ospedale è molto complicato e faticoso. A chi bisogna chiedere per le trasfusioni a domicilio?

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