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24 gennaio. San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il messaggio di Papa Francesco guarda alla famiglia

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San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, scelto per le sue doti comunicative vissute con mitezza e rispetto per tutti.
Il messaggio per la XIL Giornata mondiale  delle Comunicazioni sociali diffuso ieri, è dedicato alle famiglie

L’icona della Visitazione, con l’incontro tra Maria ed Elisabetta, scandisce il Messaggio per la XIL Giornata mondiale  delle Comunicazioni sociali (17 maggio 2015), presentato venerdì 23 gennaio, vigilia della memoria di san Francesco di Sales. Fin dal titolo, Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore, il testo si caratterizza per la sintonia con l’attualità del cammino sinodale imperniato sul tema della famiglia.
famiglia_San Francesco di Sales_bergoglioIl grembo materno – scrive il Papa – è “la prima «scuola» di comunicazione, fatta di ascolto e di contatto corporeo”; un grembo che, venuti al mondo, è quindi fatto di “persone diverse, in relazione: la famiglia”. In essa, “luogo dove si impara a convivere nella differenza” (EG, 66), la comunicazione assume i tratti dell’accoglienza reciproca (“differenze di generi e di generazioni” tra cui “esiste un vincolo profondo”), della preghiera (grazie all’educazione respirata dai genitori), della prossimità (imparando a “ridurre le distanze, venendosi incontro a vicenda”), del perdono (che permette di accettare i “limiti propri e altrui” e di “imparare ad affrontarli in maniera costruttiva”) e dell’apertura (“aprire le porte, non rinchiudersi nei propri appartamenti, uscire, andare verso l’altro”). Per tutto questo, la famiglia si scopre luogo che insegna a “benedire anziché maledire, visitare anziché respingere, accogliere anziché combattere”: sono verbi di vita, che permettono di “spezzare la spirale del male, per testimoniare che il bene è sempre possibile”.
Nella parte conclusiva del messaggio, Papa Francesco si sofferma sulla presenza dei media tra le pareti di casa. Non si fatica a riconoscervi l’esperienza di ciascuno, per realtà domestiche nelle quali essi costituiscono un ostacolo quando diventano “un modo di sottrarsi all’ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa”. Di qui il ruolo degli adulti e dell’intera comunità cristiana nel far sì che gli stessi media possano favorire la comunicazione in famiglia, aiutando “a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro”.

Questo messaggio ci piace.
E ci piace perchè, tra le righe, Francesco scrive così: «Nella famiglia è soprattutto la capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra, a farci capire che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità. Ridurre le distanze, venendosi incontro a vicenda e accogliendosi, è motivo di gratitudine e gioia».
Cos’è la comunicazione, se non un “farsi incontro a…”? Stabilire ponti, relazioni, perchè non c’è comunicazione senza interlocutori.
Troppe cuffie e troppi megafoni rischiano di isolarci o educarci a sentire solo il suono della nostra voce.
«Silenzi e sguardi…», non lo dimentichiamo.
Clarus

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