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Piedimonte Matese. Festa della Libera in tre secoli di storia. Le novità di quest’anno

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Il 30 agosto l’inizio della novena.
La festa, dalle antiche origini, è stato rinnovato ed aggiornato grazie all’impulso della Confraternita della Libera e dell’intera Comunità parrocchiale: l’appuntamento è come sempre per il 7 e dell’8 settembre

Alfonso Feola – Con la recita della Coroncina e la Santa Messa nella Chiesa di San Filippo, domenica 30 agosto prenderà avvio a Piedimonte Matese la festa della Madonna della Libera, un sentito appuntamento religioso con cui la Comunità parrocchiale di Ave Gratia Plena suole avviare il nuovo anno pastorale da qualche decennio. In realtà però non si tratta di una festa nuova di zecca, come la recente e riacquistata ribalta lascerebbe intendere, ma di un evento dal sapore popolare e tradizionale, che in particolare riunisce in festa gli abitanti della zona alta del Rione Vallata, ossia quel dedalo di case che si snoda subito dopo gli archi del campanile della Chiesa parrocchiale, per poi perdersi nelle campagne strette tra il limitare di Via Annunziata, i campi ed i monti circostanti.
Ma allora, a quando risalirebbe la festa della Libera?
La Chiesa di San Filippo, sede della ConfraternitaSebbene la più antica statuina della Madonna, recentemente ritrovata, risalirebbe alla fine del quattrocento, si inizia a parlarne con la fondazione della Confraternita di Santa Maria della Libera, fondata nel primo seicento. Di certo c’è che essa, accompagnando la vita del sodalizio laico, del quale costituiva la festa titolare e principale, oltre che dell’intera parrocchia e del quartiere, ricevette piena legittimazione con il Regio Assenso che i sovrani napoletani accordarono alla Confraternita sul finire del settecento. Intorno agli stessi anni venne realizzato il manichino napoletano rivestito di abiti veri, su cui fino a due anni fa si è indirizzato in maniera esclusiva il culto dei fedeli.
La festa della Libera si è legata ulteriormente alla quotidianità degli abitanti di “Capo Vallata” quando, dopo la metà dell’ottocento, la Confraternita si trasferì dal Santuario di Ave Gratia Plena – sua sede iniziale – alla Chiesa di San Filippo, cuore del rione Vallata: in quest’ultima chiesa, dopo la guerra, il sodalizio iniziò a spegnersi, passando il testimone ad un comitato di fedeli, che restò attivo nella preparazione della festa fino ai primi anni duemila.
L'antica statua di Santa Maria della liberaCon il ritrovamento, restauro e restituzione al culto della statuina antica della Madonna nel 2013 e la rifondazione della Confraternita della Libera nel 2014 – riconosciuta con decreto da Mons.Valentino Di Cerbo, Vescovo di Alife-Caiazzo – si è avuto un rilancio delle attività tradizionalmente svolte nella Chiesa di San Filippo: grazie al sostegno del Parroco, Don Emilio Salvatore, ogni settimana il rinato sodalizio si è riunito per la recita del Rosario, a gennaio ha dato luogo all’elezione del suo nuovo consiglio direttivo, a maggio ha curato il mese mariano e, a partire da luglio 2015, ha ripreso in mano le redini della festa della Madonna, aggiornandone il programma civile alle esigenze odierne e trasformandolo in un’occasione di evangelizzazione, volta a compattare le varie anime della Comunità parrocchiale, coinvolgere gli abitanti del Rione Vallata e richiamare all’interno del quartiere l’intera cittadinanza, sia con i momenti religiosi della novena e della processione (preceduta quest’ultima da una fiaccolata che, la sera del 7 settembre, dal Monte Muto porterà l’antica immagine della Madonna a valle), sia con gli inediti appuntamenti de La Notte degli Angeli – un percorso a tema angelico lungo Via Annunziata – ed il concerto-testimonianza con le band locali Who is the man?, la sera dell’8 settembre.
Un sapiente incontro tra tradizione ed innovazione cui siamo tutti invitati a partecipare.

 

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