Home Arte e Cultura Caiazzo. Grazie alla Diocesi la città recupera storia e identità. Riaperto l’archivio

Caiazzo. Grazie alla Diocesi la città recupera storia e identità. Riaperto l’archivio

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I vecchi libri si ammirano in funzionali teche e una biblioteca virtuale si muove sulle pareti della grande sala. Provare per credere!

Archivio-Caiazzo-3La Redazione – Ieri sera a Caiazzo il II appuntamento dell’evento La memoria al futuro, titolo dell’omonimo progetto che ha visto impegnata la Biblioteca diocesana San Tommaso d’Aquino nella digitalizzazione e nel rilancio di migliaia di documenti tra libri, pergamente, fogli, cartine, cinquecentine.
La settimana scorsa a Piedimonte Matese la presentazione del lavoro che tocca più da vicino il patrimonio librario custodito presso l’ex seminario vescovile, e poi presso la Concattedrale di Caiazzo il racconto del lungo cammino (e difficile) toccato in sorte all’archivio dell’ex Diocesi di Caiazzo.
“Siamo ormai di fronte ad un patrimonio – in parte recuperato – che è dell’unica Diocesi di Alife-Caiazzo” ha spiegato il direttore della Biblioteca Luigi Arrigo, prima di lasciare la parola ai relatori presenti all’evento. È stato Arrigo infatti a fare sintesi del progetto presentato (Obiettivo Operativo 1.10 “La cultura come risorsa” del Por Fesr 2007-2013, Programma Operativo Regionale – Fondo Europeo Sviluppo Regionale) fornendo i fondamentali passaggi che hanno condotto ai risultati attuali che si possono ammirare nelle sale del nuovo archivio caiatino e “comodamente da casa, attraverso il pc”. La sfida, che ormai si può dire vinta, guarda infatti al digitale, e alla possibilità di accedere a rari e preziosi documenti come per gioco attraverso biblioteche virtuali interattive, e fruire del ricco patrimonio custodito oggi dalla Diocesi di Alife-Caiazzo.
Da dove viene questa novità?
“L’annuncio del Vangelo è promozione dell’uomo”, ha spiegato Mons. Valentino Di Cerbo, che fin dal suo arrivo ha fortemente sostenuto il recupero del patrimonio librario e archivistico quale presupposto per la promozione umana e culturale del territorio. “Questi momenti  – ha spiegato il Vescovo – ci consentono  di comprendere il ruolo che la Chiesa locale ha avuto per questa cità”, e per l’intero territorio, aggiungiamo noi. Infatti è proprio dai documenti caiatini che è possibile risalire a tratti di storia che superano i confini del territorio e arrivano fino ad Alife e Piedimonte, dove protagonisti sono i Vescovi del passato, ma inevitabilmente le comunità e le società coeve.
Gli interventi dei dott. Laura Esposito (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa) e Daniele Ferraiuolo (Laboratori di Archeologia Tardoantica e Medievale UniSob), entrambi attenti studiosi delle carte caiatine, hanno “rivelato” la ricchezza di un patrimonio unico nel suo genere che torna a vivere grazie alla ricerca, alla professionalità, alla competenza di giovani studiosi.
In merito, lo stesso direttore Arrigo ha fatto presente il lavoro svolto da numerosi giovani locali nelle attività del progetto: occasione per loro di lavoro e acquisizione di nuove competenze, ma soprattutto lo stimolo ad essere custodi e promotori della storia locale.
L’archivio di Caiazzo passa così dall’oblìo alla valorizzaizone se solo si pensa che il materiale oggi digitalizzato è stato recuperato dall’incuria, dalla distrazione e da un incidente che allagò le stanze in cui tutto era depositato, o meglio, ammassato. Oggi, salendo le scale dell’Episcopio si ha la sorpresa di entrare in un luogo completamente rinnovato, dove trovano spazio tele, teche e scaffali, ma più di tutto colpisce l’enorme parete su cui si muove in 3D una biblioteca da cui è possibile estrarre libri e documenti con il solo movimento delle mani di fonte ad un sensore.
Ecco perchè ciò che è antico (o vecchio) torna a vivere, perchè le intelligenze e le professionalità, messe al servizio dell’uomo, sono in grado di appassionarlo, farlo crescere, stimolarne la curiosità e lo spirito critico.
Un progetto, quello dell’archivio che si inserisce in una più complessa opera di recupero dei beni di Caiazzo – come l’antico organo settecentesco e il coro ligneo recentemente restaurati – oltre che di valorizzazione pastorale attraverso la realizzazione del nuovo oratorio.
“Il progetto che stasera ci ha richiamati qui, oltre a renderci orgogliosi dei risultati ottenuti – ha spiegato Mons. Valentino Di Cerbo – testimonia che solo mettendosi insieme si raggiungono concreti e lodevoli risultati (….). Se siamo arrivati a tanto dobbiamo la nostra gratitudine anche a Don Antonio Chichierchia, per decenni parroco della Cattedrale di Caiazzo, a cui va il merito di aver conservato, custodito, amato questo patrimonio”, in attesa che qualcuno – con intelligenza e trasparenza – facesse rivivere questa lunga fetta di storia rimettendola a disposizione della comunità, quasi in controtendenza con i tanti che in passato hanno depredato un patrimonio storico impadronendosi senza alcun titolo di beni destinati invece alla collettività.
Al termine della presentazione dei lavori, a piccoli gruppi si è potuto visitare le sale del nuovo archivio e godere in anteprima di un servizio che finalmente ritorna nelle mani di tutti.

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