Si è spenta all’età di 85 anni Teresa Buonpane.
Sono le storie di quelle donne che meriterebbero più di qualche rigo sulle pagine di un giornale e forse non basterebbe spazio a contenerne il racconto.
Si scrive ciò che di loro è noto e si conosce, ma donne come Teresa hanno agito tante volte senza essere viste, con costanza quotidiana hanno tenuto per mano il dolore, la vita, gli eventi facendone coraggiose scelte di vita, senza pentimenti o risentimenti. Coraggiose scelte di vite attraversate da sorrisi e lacrime, e soprattutto ancorate alla fede in Dio.
Con le sue imprese Teresa ha “scritto” molto di più di ciò che si potrebbe narrare di lei: ha guardato in faccia la vita senza abbassare lo sguardo, se non per obbedienza alla volontà di Dio; ha avuto il coraggio di dire “sì” imparando da giovanissima che ogni rinuncia per se stessa rappresentava uno squarcio di luce nella vita di qualcun altro, soprattutto di chi accanto a lei era sofferente e nel dolore.
A Piedimonte Matese, questo pomeriggio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il vescovo Mons. Valentino Di Cerbo ha celebrato il suo funerale. Il Pastore l’aveva conosciuta da alcuni anni, ma poi in occasione della recente Visita Pastorale ha nuovamente visitato la sua casa, spazio dove l’amore ha trovato dimora.
Nata il 6 gennaio del 1932, all’età di 17 anni rimane orfana della mamma, morta di parto dopo aver dato alla luce un bellissimo bambino gravemente disabile. Come primogenita si assume la responsabilità di accudire il padre e i 5 fratelli, tra cui il neonato Carmine e il caro Tonino ammalatosi in giovane età di poliomelite con gravi conseguenze per la sua salute, ma ugualmente accudito da Teresa fino alla morte avvenuta il giorno di Natale del 2015.
Negli anni ha cura del padre ormai anziano e lo assiste fino alla morte avvenuta a causa di un brutto male; non le manca l’amore intenso e fedele del marito…
18 anni fa è lei ad ammalarsi di cancro ma miracolosamente riesce a superare questo ostacolo e continuare la sua strada per amore, e solo per amore di chi vedeva più fragili di lei: i fratelli Tonino e Carmine.
Quest’ultimo, che lei aveva preso tra le braccia come fosse suo che era ancora una ragazzina, rimane oggi il segno di una storia di amore che tutto ha superato, che ogni dolore ha vinto e che porta in sé la dolcezza di Teresa, quella che come i fiori di questa primavera che ci porta a Pasqua, dicono che ogni seme piantato, ogni polline volato via genera nuova vita, nuovi profumi, nuova bellezza nel mondo.