Struggente, umana, verissima, nell’umanità del suo dolore. Così appare il nuovo simulacro dell’Addolorata, benedetto lunedì scorso nella chiesa di Roccavecchia di Pratella.

L’immagine della Madre dei dolori è uscita dalle mani dell’instancabile Christian Fusco, artista tra i più promettenti e capaci che la nostra terra annoveri, ed è frutto di un lavoro veloce ma intenso, che il giovane ha portato avanti nelle ultime settimane. “Tutto è iniziato lo scorso 19 marzo – ha esordito Christian – quando è arrivata una richiesta esplicita dal Parroco di Pratella, Don Gregorio Alberto Urrego, per una immagine da inserire nella Cappella del Cimitero del paese, dove tuttavia il simulacro non è stato installato perché inadatto alla nicchia. Per tale ragione, si è deciso di destinarlo alla chiesa di Roccavecchia, essendo un edificio relativamente nuovo e povero di statue di pregio”.

Christian prosegue poi raccontando l’iter di realizzazione della statua: “Mi sono lasciato guidare dall’ispirazione, come sempre. Quindi, la domenica dopo il 19 marzo, immediatamente dopo la Messa, mi sono messo a lavoro: ho preso spunto in particolare dalle immagini del barocco spagnolo, che è un punto cardine della mia pittura e del mio modo di scolpire. Non appena le singole parti hanno preso la forma desiderata, mi sono fermato e solo in un secondo momento mi sono dedicato alle rifiniture. Successivamente, ho rifinito testa e mani di terracotta. L’argilla infatti ha tempi di asciugatura molto precisi e quindi ciò vale anche la rifinitura di capigliatura, denti, naso e narici. Il manichino – prosegue Christian – è snodabile ed è stato forgiato alla maniera di quelli settecenteschi da Luca Fusco e Beniamino Diodati (rispettivamente mio padre e mio zio). Dopo di che abbiamo montato le parti anatomiche, dipinte ad olio”.

Non meno meticolosa è stata la fase di vestizione, che Christian ci racconta con emozione: “In questa opera si è estesa a tutta la famiglia quella vena artistica che per tutta la vita ha accompagnato mio nonno – Eugenio Diodati, artista locale recentemente scomparso – infatti, anche questo vestito ha una storia particolare, perché ha coinvolto mia mamma, Cinzia Diodati ma soprattutto Rosaria Friello, sarta di fiducia, che ha confezionato l’abito su mie indicazioni”. Ed a quanto pare, il risultato finale non ha convinto solo il giovane artista, bensì tutta la Comunità di Roccavecchia.

Christian aggiunge: “La benedizione di lunedi pomeriggio, durante la messa vespertina, è avvenuta in maniera semplice, senza grandi manifestazioni: è con essa che il Parroco ha dato inizio ai Riti della Settimana Santa in questo posto, dando risalto al ruolo della Madonna nella storia della salvezza. Ma la Comunità ha risposto in maniera inaspettata ed entusiastica. Gli anziani di Roccavecchia si sono accesi di devozione immediatamente ed al punto tale che è già in atto una piccola mobilitazione per arricchire l’immagine con degli accessori, come un cuore trafitto ed una corona. Se pensiamo poi che a partire dal medioevo l’attuale Pratella ha ereditato, dal centro antico di Roccavecchia, alcune suppellettili pregiate e le sue maggiori tradizioni religiose, in un certo senso, questa immagine modellata e partita da Pratella è un po’ come se restituisse loro il favore”.

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