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Liberi / Cese. La chiesa di Santa Barbara riconsegnata alla comunità

La cerimonia di riconsegna è avvenuta ieri sera, nella festività dei Santi Pietro e Paolo, alla presenza del vescovo Valentino Di Cerbo

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“Con la riapertura della vostra chiesa vi abbiamo restituito la vostra casa”: queste le parole con cui il vescovo Valentino Di Cerbo racchiude il senso del bel momento che rappresenta un cambiamento significativo per la piccola comunità di Cese, frazione di Liberi. Ieri sera, 29 giugno, la chiesa di Santa Barbara è stata riconsegnata agli abitanti di Cese, dopo un intenso lavoro di restauro conservativo e manutentivo.
Tutto ha avuto inizio con la celebrazione della Santa Messa, alle 19.00, presieduta dal Vescovo, affiancato da don Vittorio Marra, parroco di Liberi e vicedirettore dell’Ufficio Catechistico diocesano, don Antonio Sasso, parroco di Baia e Latina e don Alfonso Caso, parroco di Formicola, con la presenza del diacono Fiorello Di Gaetano. Nell’omelia il Pastore si è soffermato sul valore che una chiesa incarna soprattutto “per una comunità piccola come la vostra, che ha bisogno di riconoscersi come una famiglia che si riunisce intorno alla Mensa del Signore. La chiesetta di Cese, grazie all’indefesso lavoro di persone disposte a sacrificarsi per portare a termine il loro servizio, ha riacquistato la sua dignità”. Ieri gli abitanti del piccolo borgo si sono finalmente riappropriati di uno dei simboli principali della loro identità storica e culturale, e ciò è coinciso proprio con la ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo, “due uomini tanto diversi tra loro: Pietro, una persona dai modi semplici, diremmo oggi ‘una persona alla mano’; Paolo, mente raffinata, studioso impegnato nella predicazione della Parola di Gesù. Eppure, nonostante le loro diversità, la Chiesa ce li fa festeggiare lo stesso giorno. L’altro, il diverso è motivo di arricchimento per il cristiano, il quale sa apprezzare ciò che è differente e lo coltiva per crescere in umanità“.

Puntuale l’intervento del parroco, don Vittorio, a chiusura della Messa, il quale ha ringraziato, con evidente commozione, il Vescovo e tutti coloro che hanno permesso la riapertura della chiesa.
Le fasi in cui si è articolato il restauro della chiesa di Santa Barbara, realizzato in parte con fondi messi a disposizione dalla Diocesi di Alife-Caiazzo e in parte con i fondi CEI 8xmille, sono state illustrate da Gaetano e Gianmarco D’Alessio, i quali si sono occupati di coordinare i lavori. Come spiegato anche da don Alfonso Caso e don Antonio Sasso, rispettivamente direttore e vicedirettore Ufficio Beni culturali ecclesiastici ed Edilizia di culto, gli interventi apportati hanno riguardato l’intera struttura, compreso il campanile. Oltre al rifacimento del tetto e la tinteggiatura delle pareti esterne realizzata con cemento, gli interni sono stati sottoposti a una pulitura radicale, in particolare alle spalle dell’altare, al fine di evitare il riformarsi di strati umidità estremamente dannosi. A ciò, si aggiunge la bonifica degli spazi esterni, prima deposito di rifiuti di vario genere.
Quello di ieri è un evento che rimarrà scolpito nella storia e nella tradizione del grazioso borgo liberino; non un fatto episodico, ma l’inizio di una nuova epoca, il passaggio del testimone alle giovani generazioni che scriveranno il futuro.

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