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VIDEO / “Alife sopra di tutto, con l’unico intento di guardare avanti…” Mons. Valentino Di Cerbo alla Città

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“Nel nome di San Sisto, quanta bontà in questa città, quante brave persone! Caro San Sisto non ti stancare delle nostre infedeltà: continua a guidarci e benedirci…”

Il novenario, poi la festa del 10 agosto, nel giorno in cui gli alifani ritornano alla Cappella fuori le mura, luogo del primo incontro con San Sisto.
Cosa chiede il Patrono? Di essere con il Vangelo. Cosa chiede il Vangelo di Gesù Cristo? Una vita di solidarietà, di rispetto reciproco. Dal Vescovo Mons. Valentino Di Cerbo la sollecitazione agli alifani ad esserci, ad spendersi per la propria città, a mettersi in gioco, a trovare il coraggio di fare meglio. L’appello agli amministratori politici a non dividersi, maggioranza e opposizione, ma a lavorare per il bene comune. Nel video, la sintesi del suo messaggio alla Cappella. Qui la versione del suo intervento (La Redazione).

di Gianluca De Vizio
Anche quest’anno il periodo del novenario in onore di San Sisto, patrono di Alife e della diocesi di Alife-Caiazzo,  ha suscitato nel cuore dei fedeli un senso di tenerezza e di forte legame alle tradizioni locali. Per gli alifani come per gli alatrini, questi sono momenti importanti, che rendono la comunità unita.  La cattedrale assume i tratti di un luogo in cui ci si incontra per stare in “famiglia”. Il novenario di quest’anno presieduto da S.E. Mons.Di Cerbo,  ha avuto come tema centrale la ricerca del vero volto di Cristo, capire il senso dell’essere cristiani. Il Vescovo durante le omelie ha invitato il popolo alifano a fare la comunità, ad agire e pensare con il “Noi”, abbandonando ogni forma di individualismo. “La chiesa, dice il Vescovo, si costruisce insieme. È la comunità che cerca il volto misericordioso di Cristo”. La novena animata dalla Schola cantorum parrocchiale ha rinnovato il legame che gli alifani hanno con il tanto amato protettore. La solenne processione del 10 agosto ci riporta nella storia. Ci fa rivivere la traslazione. San Sisto si reca alla cappella fuori le mura ove secondo la tradizione si fermò la mula che portava l’urna contente le ossa del Santo Patrono che facevano solenne ingresso nella città per opera del conte Rainulfo. L’undici agosto, giorno di festa, il popolo alifano acclama il Santo Protettore. Le campane a festa allietano i cieli della città che pur vivendo un momento difficile dal punto di vista economico e sociale trova sempre la forza di rialzarsi e ricominciare. Le strade cittadine si riempiono di colori con le infiorate preparate dalle varie contrade. Si odono i canti popolari che si tramandano di generazione in generazione. Nei vicoli si sentono i profumi di una cucina che rivive la tradizione. Tanti profumi e tanta devozione in questi giorni lieti.
A conclusione di questi festeggiamenti l’augurio è quello di sperare nella costruzione di una chiesa locale in cui nessuna si senta esclusa ed emarginato. Seguendo le orme di San Sisto che ha dato la vita per Cristo , il popolo alifano rinasca ed agisca per il bene comune, costruendo la famiglia cristiana, la vera famiglia!

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