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Gesù si salva perchè si affida totalmente al Padre. Domenica delle Palme, il commento al Vangelo

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Di Padre Fabrizio Cristarella Orestano
Comunità Monastica di Ruviano
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Domenica delle Palme, Alife 2018

Domenica delle Palme
Is 50, 4-7; Sal 21; Fil 2, 6-11; Lc 22,14-23,56

Ognuno di noi è l’Adam fatto di no potenti a Dio e alle sue vie; la mano tesa dell’Adam dell’in-principio verso l’albero che proclamava il suo limite di creatura è storia di tutti i giorni; noi: una mano tesa a rapire per noi, per salvarci, per aver capacità di salvare la propria vita e di darle l’inebriante sapore della potenza senza limiti e senza barriere.

La Passione di Cristo Gesù è argine alla deriva tremenda di ogni Adam. Gesù capovolge l’Adam, lo conduce al sogno di Dio; non in un in-principio di un’età dell’oro che non è mai esistita, ma verso un futuro inimmaginabile in cui la storia, la nostra storia può essere trasfigurata. Dobbiamo essere convinti che Cristo non è venuto a riportarci al  passato perduto, ma è venuto a portarci al futuro di Dio che è futuro dell’uomo e della storia.

La storia della Passione, che quest’anno leggiamo nella redazione dell’Evangelista Luca, è storia di un radicale rifiuto, Gesù rifiuta fino in fondo di salvarsi con le proprie mani e si getta nelle mani del Padre; mani che non vede ma che nella fede sa che vi sono, oltre la cortina buia e tenebrosa della morte.

La Passione trasfigura la storia! Non bisogna aspettare l’alba di Pasqua per essere avvolti in questa trasfigurazione; lì, nel sepolcro nel giardino, il Padre porrà il sigillo del suo amen sul Figlio eletto e sui suoi passi d’amore nella storia; all’alba di Pasqua coglieremo il frutto meraviglioso ed inaudito di una vittoria che ci schiude una possibilità infinita di vita che vince davvero la morte!

La Passione è però già trasfigurazione! Letta senza Gesù questa storia che oggi la Chiesa fa risuonare in tutte le assemblee di credenti, che così entreranno nella Grande Settimana, potrebbe essere una solita storia: orrore, ingiustizia, perfidia, avidità, gratuita malvagità, accanimento contro un uomo solo, assenza totale di pietà, cosificazione di un uomo, tradimenti, viltà, fughe, calcoli di potenti, folle manipolate … è tutto l’arsenale di Satana promesso a Gesù fin dalle prime pagine dell’Evangelo: il diavolo si allontanò da lui per tornare al tempo fissato (Lc 4,13); è tutto l’arsenale di male che ogni giorno l’uomo sperimenta da vittima e da carnefice, è tutto l’arsenale di odio e di rifiuto che appesta ancora oggi il nostro occidente “cristiano” (le virgolette sono d’obbligo!) fatto ormai di rifiuti, di particolarismi, di protezione dei propri interessi e perfino “dei sacri confini delle patrie” (incredibile!); è l’armamentario del Nemico che vuole solo una cosa: disumanizzare l’uomo! Nel racconto della Passione possiamo vedere che tutte le aberrazioni del cuore umano si concentrano contro Gesù; è il mistero del male annidato nel cuore della storia.

Questo racconto della Passione sarebbe solo orrore se non ci fosse Gesù: lui trasforma tutto, trasfigura tutto … E fa questo solo con la misericordia e l’amore. Questo orrore è abitato dall’Amore di Dio mostrato a pieno a noi uomini in Gesù. Solo così esso diviene un Evangelo, una bella notizia! Dal pane spezzato come corpo dato e dal calice come sangue versato, fino all’estremo atto d’abbandono di quel Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito, è tutto dono di misericordia che trasforma gli orrori abitandoli di perdono! Tutto questo fino a quella vertigine che mai uomo religioso ha saputo pronunciare: Perdonali!

Così la Passione è culla e origine di una storia nuova e trasfigurata … E’ una possibilità davvero offerta all’umanità, una possibilità di salvezza a caro prezzo (1Cor 6,20) data agli uomini per abitare anch’essi questa storia di amore e misericordia vicendevole.

La Passione di Cristo, via di salvezza per la storia di ogni Adam; la Passione di Cristo, via da percorrere per i suoi discepoli; la Passione di Cristo è una consegna per noi che ci diciamo suoi discepoli.

Questo Evangelo ci dice dove è la salvezza: ci si salva solo perdendo la vita: è il paradosso insostenibile dell’Evangelo, è la stoltezza e la follia (1Cor 1,25) dell’Evangelo … ma solo chi sostiene questo stolto e folle paradosso entra veramente in una sequela che lo salva e che, incredibilmente, salva il mondo.

Con la Passione il cristiano sa come deve attraversare la storia: senza scorciatoie che evitano il Golgotha. Il cristiano sa dove attingere la vera gioia di una vita bella, buona e felice: nell’amore fino all’estremo (Gv 13,1), nella misericordia di Cristo sperimentata su di sé e perciò donata ancora.

La Passione è una consegna che ci dà l’incredibile possibilità di salvare la storia; sì, lo possiamo, se abbiamo il coraggio di lasciarci immettere nell’Amore del Crocifisso. Tutto questo è dato richiesto a noi cristiani: sanare con l’amore e la santità gli orrori della storia; le derive del mondo e quelle dolorosissime della Chiesa di Cristo possono essere sanate solo da uomini e donne che accolgono la consegna della Passione per essere altro! Per essere santi!

Accoglieremo la santità, il gran sogno di Dio per noi, se accoglieremo la misericordia che ci salva, come il ladro appeso alla croce che si abbandona ad un perdono misericordioso che si getta alle spalle quell’orrore della storia che il ladro stesso aveva contribuito a costruire col suo coltello insanguinato e con la sua sete di oro. Quel ladrone, icona dell’Adam dell’in-principio che ruba e dà accesso alla morte, è redento e salvato dal nuovo Adam che non tende le mani all’albero per rapinare ma per farsi inchiodare all’albero della Croce per essere tutto dono!

Entriamo così in questa Pasqua di quest’anno di grazia!

Auguriamo a noi stessi e a tutti i credenti che in questi santi giorni le parole di Gesù non vengano ridette invano nelle nostre liturgie; che quelle parole ci spremano lacrime buone e ci conducano ad una gioia che non tema oscuramenti.

Accogliamo il Signore che viene nelle nostre vite segnate dal male del mondo: Benedetto il Veniente nel nome del Signore! (Lc 19,38). Senza paura lasciamogli piantare la Croce nel nostro profondo, lasciamo che lì esploda l’Amore e la vita del Risorto!

E’ ancora l’ora della Pasqua del Signore!

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