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Alife / Festa di San Sisto. “Amore ed entusiasmo” per edificare la Chiesa di persone

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“Amore ed entusiasmo”, le parole che Mons. Orazio Francesco Piazza ha dato in consegna alla comunità alifana e diocesana nella festa del patrono San Sisto I, papa e martire, la sera del 10 agosto.

La messa in Cattedrale e la concelebrazione con i sacerdoti di Alife-Caiazzo alla presenza del sindaco Maria Luisa Di Tommaso e dei fedeli alifani; poi la affollata processione alla Cappella fuori le mura, nel luogo che fu della prima sosta del Santo alle porte della città che veniva a liberare dalla peste nel 1131 (1132), dove il Vescovo ha donato nuove parole. Giorno di festa anche l’11 agosto quando il busto del Patrono fa ritorno in chiesa dove nuovamente il Vescovo ha parlato e concluso il breve e intenso momento di festa condiviso con la Diocesi.

Il tema scelto dal parroco don Pasquale Rubino per il novenario in preparazione alla festa (coinvolgendo nella riflessione e nella preghiera l’intera società alifana. Link), la comunità, la Chiesa di persone, ha avuto il suo prolungamento nella riflessione che Mons Piazza ha ripreso e declinato secondo la forza delle sue parole e delle prospettive di Pastore alla guida della Chiesa di Alife-Caiazzo nel ruolo di Amministratore apostolico.
Presenza entusiasta ad Alife, quella del vescovo Orazio Francesco già conoscitore della bella tradizione intorno alla festa di San Sisto perché coinvolto in passato nella celebrazione del novenario dall’amico sacerdote don Domenico La Cerra (già parroco della Cattedrale).

Ai primi banchi il Sindaco di Alife Maria Luisa Di Tommaso e membri dell’amministrazione Annamaria Morelli ed Enrico Palmieri

“Mi trovo questa volta, per la prima volta – ha spiegato all’inizio dell’omelia – ad avere nel cuore la responsabilità di condividere un cammino nel nome di Cristo attraverso questa meravigliosa figura di San Sisto, principio di unità e fondamento visibile per la nostra fede, così come si caratterizza per definizione la figura del Santo Padre e si caratterizza la figura del vescovo. E debbo innanzitutto dire grazie al Signore per questo dono; il dono di camminare insieme…”.
Gratitudine espressa anche nei confronti del parroco don Pasquale Rubino per la scelta dei temi che come Mons. Piazza ha accennato, anticipano profeticamente quelli del convegno diocesano pastorale di settembre.
La parola comunità è tornata nel richiamo fatto dal Vescovo di quelle parole già pronunciate in occasione del Corpus Domini: nulla sarebbe la Chiesa senza il presbiterio, senza il corpo dei fedeli…

E allora come essere insieme Chiesa di pietre vive?
“Amore per Cristo per affrontare le difficoltà; ed entusiasmo per compiere la sua opera”.
Due percorsi paralleli, parte dell’unica esperienza dei credenti: “solo l’Amore ci dà la potenza per poter resistere alle pressioni, alle difficoltà che sembrano rendere più complesso e faticoso il cammino: talvolta sembra che si sbarri la strada davanti a noi (…) ma chi ha gli occhi oltre gli ostacoli cerca la strada per aggirarli, cerca la via opportuna, perchè attratto ad andare oltre, perché sente il desiderio di raggiungere una meta”.

Ritornando al messaggio del Corpus Domini, nell’invito stesso di Gesù Cristo “fatelo per me…”, il Vescovo ha invitato a costruire la comunità con queste due spinte positive.
“Per cui non saranno mai le difficoltà a doverci costringere a rinunciare a quell’amore che ci fa affrontare le difficoltà della nostra vita, sacerdotale ecclesiale, familiare, sociale…”.
Far prevalere l’entusiasmo per avere dritti e vivi davanti a sé i progetti da realizzare, “chi ha entusiasmo nel cuore – ha aggiunto – cerca la via della soluzione…(…) apre nuove strade” richiamando l’invito frequente di Papa Francesco ad aprirsi ai sogni e desiderare il meglio ed educare i propri sogni.

Nell’occasione non è mancato il saluto alla comunità di Alatri che con quella alifana condivide la venerazione a San Sisto I (nei due giorni di festa si sono alternati i fedeli accompagnati dal parroco, il vicesindaco, la Polizia municipale, la Protezione civile, il sindaco Giuseppe Morini presente alla processione domenica sera) . Seppur la geografia divida e distanzia le due realtà, è proprio in quella logica della comunità ecclesuiale che si è tutti indistintamente parte dell’unica Chiesa: “colgo per la prima volta l’occasione per dare il benvenuto ai fratelli di Alatri, al moderatore della Città di Alatri: li sentiamo accomunati in questo indirizzo di Chiesa anche perché la Chiesa che è in Alife Caiazzo è la Chiesa che è in Alatri (…) e  questo è bello perché ci sentiamo ovunque a casa nostra”

Nel costruire la Chiesa, quella di pietre spirituali, il modello San Sisto rappresenta la strada e la sua invocazione da parte dei fedeli diventa l’esercizio di profonda fiducia nella sua intercessione presso Dio:  Lo invochiamo perché lui venga in mezzo a noi, a rendersi partecipe della nostra vita, a  condividere il nostro percorso, per cui ci sentiamo sostenuti, accompagnati, e in qualche modo capiti nella fatica di questa costruzione ecclesiale che però deve guardare ai segni di grazia che il Signore distribuisce in tanti modi attorno a noi”.

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