Home Chiesa e Diocesi L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni “sbarca” ad Alife Caiazzo

L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni “sbarca” ad Alife Caiazzo

Durante l'incontro, Rosaria De Ponte, referente per la Campania dell'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, ha presentato il progetto RE.V.ITA (Rete Ritorno Volontario Italia) 

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Annamaria Gregorio (*) – L’evento celebrativo dei 18 anni dello Sportello Immigrazione diocesano, tenutosi mercoledì 19 febbraio scorso, ha avuto come ospite d’onore l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), nella persona della dottoressa Rosaria De Ponte, referente per la Campania, che ha presentato il progetto RE.V.ITA (Rete Ritorno Volontario Italia). Fondata a Ginevra nel 1951, dove oggi si trova il quartier generale, in seguito alla situazione di caos e di movimenti migratori che caratterizzarono l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’OIM è la principale Organizzazione Intergovernativa in ambito migratorio, con 174 stati membri e l’Italia ne è un socio fondatore. Dal settembre 2016 è diventata Agenzia delle Nazioni Unite e Roma è la sede dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo. L’OIM nella sua storia ha visto il susseguirsi di disastri operati dall’uomo: dopo la Seconda Guerra Mondiale, la crisi ungherese del 1956, quelle cecoslovacca del 1968 e cilena del 1973, il dramma dei Boat People vietnamiti del 1975, i conflitti in Kuwait del 1990 e quelle in Kosovo e a Timor nel 1999 ) e disastri naturali (lo tsunami e il terremoto asiatico del Pakistan nel 2004/2005). In tutto questo tempo, il credo dell’organizzazione, ossia il principio che una migrazione ordinata e attuata nel rispetto della dignità umana porti benefici sia ai migranti sia alla società, ha guadagnato un ampio e fermo supporto internazionale, migliorando la comprensione dei fenomeni migratori, favorendo lo sviluppo economico e sociale attraverso la migrazione e difendendo la dignità e il benessere dei migranti, diventando il punto di riferimento nello scottante dibattito globale sulle implicazioni sociali, economiche e politiche della migrazione nel ventunesimo secolo.

Il progetto RE.V.ITA cofinanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2020 e dal Ministero dell’Interno italiano e presente sul territorio attraverso una rete di Focal Point Regionali – ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza della misura del Ritorno Volontario Assistito, e di ampliare il sistema di segnalazione dei casi di migranti interessati a partecipare ai relativi programmi. Dal 2005 al 2017 608.304 sono stati i ritorni assistiti a livello globale, 1.142 nel 2018, 389 nel 2019, di cui 33 dalla Campania. È una misura prorogata fino al 2021, molto utile per supportare economicamente chi desiderasse ritornare in patria e implementare un’attività lavorativa. (Fonte italy.iom.int)

Ospitare questo importante progetto è stato un modo per suggellare la “maturità” dello Sportello Immigrazione, riconosciuto anche dalla Prefettura, che, dal 2002, in modo costante e continuativo, è al servizio di tutto il territorio dell’Alto Casertano e delle diocesi vicine. Sebbene gli abitanti siano solo circa 65.000, in una zona di 540 kmq, i 24 comuni della realtà diocesana rappresentano quasi il 25% dei 104 comuni della provincia di Caserta. Le etnie presenti provengono dall’Africa (marocchini, algerini e tunisini); dall’Asia (indiani, cingalesi, pakistani) e dai Paesi dell’Est Europa (polacchi, russi, ucraini, moldavi, slavi, rumeni, bulgari). Il lavoro svolto è prevalentemente agricolo, nelle aziende individuali e in allevamenti bufalini, nel settore del commercio (molti sono ambulanti) e per quanto riguarda le donne sono tutte colf e badanti.

Consulenza ed Assistenza legale per permessi di soggiorno di ogni tipo, ricongiungimenti familiari, segretariato sociale, orientamento e informazioni sul mondo del lavoro, Cittadinanza italiana, disbrigo pratiche e tutto ciò che serve per stare “nella legalità”, in rete con tutti gli enti di competenza. “Amate dunque lo straniero, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto” (Deut. 10, 19) una delle citazioni riportate, per introdurre il senso del servizio che la Chiesa offre agli immigrati. Ascolto, empatia, relazione d’aiuto, reciprocità del dono di sé, rispettando la dignità della persona: sono i valori espressi nella relazione “Ricordare per servire”, introduttiva al convegno, con spunti e riflessioni sul diritto di emigrazione, mutuati dalla Dottrina Sociale della Chiesa, in particolare di Papa Giovani Paolo II, nel centenario della sua nascita: “L’uomo ha il diritto di lasciare il proprio Paese d’origine per vari motivi – come anche di ritornarvi – e di cercare migliori condizioni di vita in un altro Paese… Viene a mancare in tale caso un soggetto di lavoro, il quale con lo sforzo del proprio pensiero o delle proprie mani potrebbe contribuire all’aumento del bene comune nel proprio Paese; ed ecco, questo sforzo viene dato ad un’altra società … Il valore del lavoro deve essere misurato con lo stesso metro, e non con riguardo alla diversa nazionalità, religione o razza… Tutte queste circostanze devono categoricamente cedere di fronte al fondamentale valore del lavoro, il quale è collegato con la dignità della persona umana”. (Laborem exercens, 1981, n. 23)

Membro del Consiglio territoriale dell’Immigrazione dal 2002, lo Sportello ha servito circa 500 persone, approdate con il passaparola, di cui anche 14 suore e 10 sacerdoti stranieri. Il numero è proporzionato agli abitanti e la presenza degli stranieri nella zona, considerando anche che tutte queste persone hanno realizzato numerose pratiche di volta in volta, non solo per regolarizzarsi, ma per quanto riguardava tutte le procedure periodiche che andavano espletate secondo la legge. Numerosi sono i nuclei familiari seguiti ancora oggi.

Attitudine, abitudine, valetudine sono i tre sostantivi scelti da S.E. mons. Orazio Francesco Piazza a conclusione dei lavori. Attitudine come disposizione dell’animo, verso particolari situazioni di fragilità; abitudine come un atteggiamento sensibile ed accogliente, che caratterizza lo stile della persona, predisposto all’ascolto, all’accoglienza e al sostegno; valetudine, termine prettamente derivante dal latino, che caratterizza le abilità e le competenze che servono per un servizio: risorse, strumenti, scelte, per trovare strade e conoscere procedure per attivare buone pratiche. Il lavoro è fondamentale per l’essere umano, a maggior ragione per gli immigrati, perché è quello che può dare dignità alla persona. Il lavoro e la tutela della persona sono previsti anche dalla Costituzione, oltre che dall’Enciclica di Papa Giovanni Paolo II. Quando si lascia la propria patria, la lontananza provoca distacco dal proprio ambiente vitale, dalla propria famiglia, dalle amicizie e dal contesto culturale. Per questo sono importanti l’accoglienza e il sostegno, creando una rete tra le istituzioni, gli enti e le associazioni di volontariato, perché quello che si è fatto ad uno solo è fatto all’umanità.

Il salone multimediale, gremito di persone, ha ospitato rappresentanti dell’ambito ecclesiale: 12 le parrocchie, Suore degli Angeli, Salesie, Povere figlie della Visitazione, Caritas diocesana e parrocchiali, Uff. Comunicazioni sociali, Ordine Francescano Secolare, Azione Cattolica, Apostolato della Preghiera, Movimento per la vita “S. Gianna Berettta Molla”, Umanità Nuova, Volontari di G. Gaglione, Cooperatori Salesiani, Granelli di Senape.

Al Convegno sono intervenuti i seguenti rappresentanti istituzionali:
la Prefettura di Caserta, nella persona della dott.ssa Savina Macchiarella, viceprefetto e dirigente dell’area Immigrazione, diritto di asilo e cittadinanza; la Provincia di Caserta; la Comunità Montana del Matese; i Comuni di Alife, Alvignano, Baia Latina, Caiazzo, Piedimonte Matese, San Potito, Sant’Angelo; il Centro per l’impiego di Piedimonte Matese; la Direzione sanitaria del Distretto 15 con i Dirigenti dell’UORP, UOSM e SIR; la Direzione sanitaria dell’Ospedale “Ave Gratia Plena”; CPIA provinciale, nelle persone del dirigente avv. Raffaele Cavaliere e del prof. Gerardo Salzillo, il CPIA di Piedimonte con docenti e studenti stranieri; alcune dirigenti scolastiche e docenti, sensibili al mondo dell’immigrazione.

Ospiti quali “amici di cordata”: il direttore del Centro Fernandes di Castelvolturno dott. Antonio Casale; Francesco Iannucci dalla diocesi di Aversa; suor Laura Garavello dalla diocesi di Cerreto; l’Imam Mostafa Lattaf con la comunità marocchina. L’Assessore regionale Sonia Palmeri e la dirigente Paola Caporali dell’Ispettorato del Lavoro di Caserta, impossibilitate a partecipare, hanno fatto pervenire messaggi di augurio per la manifestazione.
Occorrerà lavorare insieme, anche in ambito civile, per una completa apertura ad una società multietnica, interscambiando le varie culture, nel rispetto della propria identità, portando l’annuncio e la testimonianza di un Dio d’amore che vuole che tutti gli uomini siano salvi. “La città in cui anche un solo uomo soffre di meno è una città migliore”. (Don Luigi Di Liegro) 

(*) Responsabile Sportello Immigrati Diocesi di Alife-Caiazzo

 

 

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