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La “Giustizia” non è per noi, ma per il bene degli altri. Mons. Orazio Francesco Piazza “accende” la seconda candela di Avvento

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Alla vigilia della seconda domenica di Avvento, Mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca e amministratore apostolico di Alife-Caiazzo, “accende” la candela della Giustizia, “quella che si fa per il bene degli altri e non per i propri interessi”. Nella sua riflessione, che estende all’impegno di ciascuno per i giorni a venire, richiama alcuni versi della Sacra Scrittura e i Padri della Chiesa, Ambrogio e Agostino.

Apre la sua meditazione chiedendo un’inversione di rotta: se la giustizia è guardata in ragione ad una colpa e alla restituzione di qualcosa di cui si è stati privati, alla luce della Parola di Dio, essa va guardata “come virtù, e ci rendiamo conto che innanzitutto è totalmente rivolta al bene dell’altro; ecco perché rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto è il primo grande impegno di un atto di giustizia”.

“Ma la giustizia è agire con rettitudine; una rettitudine che noi mettiamo a fuoco attraverso la luce della Parola che ci chiama ad una fraternità, ad una reciprocità, ad una mutualità verso l’altro”.

Non c’è incontro con la Parola di Dio che non abbia come prospettiva per l’uomo che l’accoglie quella della prossimità e che Mons. Piazza indica negli atteggiamenti della pietà e della carità che riconducono infatti a Dio la ragione di ogni giustizia che “dà la giusta misura all’uomo, alla realtà, al mondo”.

L’altro e i suoi bisogni, il suo mondo… diventano l’orizzonte possibile per chi si fa toccare dalla  Parola che spiana la strada, apre all’incontro, suscita l’atteggiamento favorevole ad incontrarlo (e a rendergli giustizia) ma prima riconoscendo in Dio il principio di ogni cosa già fatta, già realizzata secondo la Sua giustizia.
Nelle parole di Mons. Piazza, e nei suoi riferimenti alla Scrittura ci sono i richiami a quel percorso interiore che fanno della giustizia di Dio, infatti, il motore e il riparo per l’uomo che accoglie il disegno del Creatore che invia nel mondo la luce vera; sulla Sua parola pratica la giustizia e l’equità che valgono più di un sacrificio…; si riveste della corazza della giustizia nella lotta spirituale che l’attende…

I riferimenti ai testi sacri forniti dal Vescovo:
Salmo 84,11-12
Proverbi 21,3
Giovanni 1,3-10
Matteo 5,6.9-10
Efesini 6,14
Romani 13,8

“All’interno di queste dimensioni della scrittura, e poi confermata da alcuni grandi maestri Amborgio ed Agostino – continua mons. Piazza –  ci rendiamo conto che la giustizia è rimettere nella giusta condizione la nostra dimensione personale ma non solo giocata con noi stessi ma sempre in questo duplice riferimento: a Dio e agli altri. È una giustizia che pone in rapporto gli individua tra di loro, è una giustizia che pone in rapporto la comunità e ogni singolo membro, ma anche una giustizia che pone in evidenza come l’azione del singolo debba essere sempre subordinata al bene di tutti”: dunque, aperta agli altri e mai chiusa in se stessa, come appunto recita Sant’Ambrogio; e manifestazione della misericordia come ricorda Sant’Agostino.

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