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Piedimonte Matese. Chiesa del SS. Salvatore, verso il restauro e la riapertura. Il monitoraggio costante della Diocesi di Alife-Caiazzo

L'opera architettonica del XVII secolo a firma dell'architetto Cosimo Fanzago, insieme ad altri 6 edifici della provincia di Caserta di proprietà del FEC sarà presto restituita al culto grazie ai lavori di restauro finanziati dal Recovery Fund

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Nuova luce sulla chiesa del SS. Salvatore di Piedimonte Matese e questa volta non soltanto per evocare il suo passato di piccolo scrigno d’arte (da decenni chiuso al culto), ma per l’annunciato restauro e il conseguente ritorno all’uso pastorale per i quali la Diocesi di Alife-Caiazzo nel 2019 si affrettava a segnalare l’urgenza di un recupero strutturale. Esiti positivi dai sopralluoghi di quella primavera che oggi segnano un punto a favore del patrimonio storico artistico della Città e dell’intero territorio matesino che la Chiesa locale ha provveduto nei secoli a conservare e tramandare.

il 2 febbraio il Ministero dell’intero ha dato notizia dei lavori riservati a 6 edifici (5 chiese e un complesso monumentale) di proprietà del Fondo Edifici di Culto (FEC) della Provincia di Caserta nell’ambito di un piano di interventi di restauro conservativo per un totale di 5.2 milioni, presentato dalla prefettura di Caserta per il triennio 2021-2023 nell’ambito del più vasto progetto nazionale di 95milioni di euro del Recovery Fund.

Tra questi, sono due gli edifici che di fatto potranno riaprire al culto: la chiesa di S. Maria Regina Coeli a Sessa Aurunca (1.200.000 euro, l’importo del finanziamento) e la chiesa del SS. Salvatore a Piedimonte Matese (975.325 euro), quest’ultima attribuita all’architetto Cosimo Fanzago, uno dei più grandi esponenti del Seicento napoletano, pregevole esempio di architettura sacra del XVII secolo su cui si sono concentrati da sempre studi e ricerche. Fu parte di un antico monastero benedettino; a croce greca, conserva internamente un coro sopraelevato tipico delle chiese monastiche, con grate lignee di pregevole fattura e altari in marmi policromi di scuola napoletana, oltre che delicati stucchi ad impreziosire tutto l’interno.

Gli altri edifici interessati dai lavori saranno: San Pietro ad Montes a Caserta (800.000);  San Biagio ad Aversa (1.225.000); Complesso Monumentale S. Antonio al Seggio ad Aversa (1.000.000); San Domenico ad Aversa (450.000).

 Il FEC e la Chiesa italiana: esperienza di corresponsabilità 
Pur trattandosi di beni di proprietà di un Fondo pubblico, quindi non direttamente della Chiesa, la gran parte di essi in tutta Italia è destinata al culto e ad attività pastorali tramite formali atti di assegnazione alle Diocesi; questo fa sì che l’attenzione delle Chiese territoriali nei confronti di tali edifici sia sempre alta e mirata alla conservazione: in Alife-Caiazzo è il caso di altre due antiche strutture: la chiesa di San Francesco a Piedimonte Matese e quella di San Francesco a Prata Sannita che il FEC ha assegnato di fatto alla Diocesi di Alife-Caiazzo (per la Chiesa di SS. Salvatore la Diocesi ha fatto richiesta di assegnazione).

Il 13 marzo 2019, con protocollo n. 32/2019, la Diocesi di Alife-Caiazzo nella persona dell’allora vescovo mons. Valentino Di Cerbo, sollecitava la Prefettura di Caserta e il Provveditorato alle Opere Pubbliche interregionali di Campania, Molise, Puglia e Basilicata ad un urgente sopralluogo delle tre chiese sopra indicate chiuse per motivi di sicurezza da tempo, le cui condizioni strutturali si erano aggravate a causa del terremoto del 29 dicembre 2013 e del 29 gennaio 2014 (che in quella circostanza recava danni a numerosi edifici sacri) e ancor di più per le avverse e insistenti condizioni meteo del momento.
Nella comunicazione il Vescovo segnalava danni alle coperture e alle facciate e caduta di calcinacci, quindi incolumità per la sicurezza pubblica.

Immediati i sopralluoghi congiunti agli edifici da parte dell’Ufficio OOPP interregionali e della Diocesi di Alife-Caiazzo per accertare lo stato delle cose e l’immediata presa d’atto – formalmente verbalizzata – da parte dell’ente ministeriale, prospettando per ciascuna struttura la tipologia di intervento e la stima delle spese e l’impegno a procedere in accordo con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della provincia di Caserta.
Un impegno – quello di monitorare la vita di questi luoghi che sono anima e storia dei nostri borghi più antichi – ereditato e accolto positivamente da Mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico di Alife-Caiazzo già all’indomani del suo arrivo in Diocesi.

L’interesse per il piccolo capolavoro barocco, ubicato nel centro storico di Piedimonte Matese, ha fatto sì che ulteriori accertamenti spingessero il Fec a confermare il recupero  della chiesa tanto da essere inserita tra quelle finanziabili nell’attuale piano economico: un risultato che oggi la Diocesi di Alife-Caiazzo guarda come un significativo passo avanti nel recupero della memoria collettiva che rappresenta quel luogo, sintesi di storia, spiritualità, laboratorio di sapere…

Ma di questo narreremo in una pagina successiva…

 

 

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