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La scomparsa di Stolu, Letino perde un tesoro. Il ricordo dell’artista nelle parole del poeta Gino Iorio

Luigi Stocchetti, nome d'arte Stolu, è scomparso lo scorso 24 luglio. Le sue sculture, che rappresentano l'anima di Letino e del Matese, sono corpi e volti che riflettono l'amore autentico per la natura e per il sacro coltivato dall'artista fino al suo ultimo giorno

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Gino Iorio e Stolu durante la preparazione del romanzo “Esasperatismo di Stolu”.

La scomparsa di Luigi Stocchetti, in arte Stolu, scava un vuoto profondo nelle vite degli abitanti di Letino, profondo come i solchi incisi nelle pietre plasmate dalle sue mani talentuose. Lo scorso 24 luglio Stolu, classe 1940, si congeda dal suo borgo natio e dal Matese, a cui però lascia opere di incommensurabile valore, perché sono frutto di un talento vero che tanto ha dovuto combattere per affermarsi ed essere riconosciuto. Oggi le sculture di Stolu rappresentano l’anima poietica di Letino e del Matese, un affondo curato e mai scontato che forgia la roccia, trasformandola in volti e corpi, riflessi di una sacralità, che attraverso essi diventa immortale.
Riceviamo e pubblichiamo il ricordo dell’artista Stolu nelle parole di Gino Iorio, poeta e scrittore.

Il poeta Luigi Iorio con lo scultore Stolu

Gino Iorio – I paesaggi ameni, la sorgente dell’acqua Lete, le sculture di Stolu: queste le perle di Letino, suggestivo borgo situato nel cuore del Parco Nazionale del Matese in Provincia di Caserta. Da pochi giorni Stolu, questo il suo nome d’arte che deriva dalle iniziali di Stocchetti Luigi, non è più. L’ultimo incontro circa quattro mesi fa. Durante il nostro solito chiacchierare, io seduto sopra una delle sue ciclopiche sculture e lui con martello e scalpello a battere la pietra, le sue parole mi restano impresse nella mente con una forza ancora più viva e misteriosa.

Osserva questa pietra: vedi questo lato? È malato di cancro e io debbo guarirlo per darle la vita”. Da quella pietra Stolu aveva liberato la parte corrosa dal tempo e ne stava ricavando un piccolo angioletto. “Per tutta la vita non ho fatto altro che vagare per questi monti alla ricerca di quelle pietre che avevano bisogno di essere aiutate, di rappresentare ciò che avevano nell’anima. Sento questo impulso ogni volta che osservo un masso, riesco a leggere cosa nasconde al suo interno. Dopo averlo trasportato nel mio laboratorio col martello e scalpello gli do la vita. Faccio questo da oltre sessant’anni. Ho distribuito per tutto il Matese, con spirito grazioso, le mie opere, le ho offerte ai tanti che ho conosciuto. Sulla terra ho dato tutto me stesso, ma pochi hanno capito il mio intento. Adesso devo andare altrove, in Cielo, in Paradiso a continuare la mia opera. Sento questo e l’avverto giorno per giorno”. Così ha mantenuto la promessa fatta a se stesso.

Il mio primo incontro con Stolu
Era il 29 agosto del 2017, incontro casuale. Ero intento a consumare un pasto fugace nel verde sognante del Parco del Matese, guidato dal ritmo martellante di uno scalpello, mentre sul percorso montano scampanellava un gregge tenuto a bada da una giovane contadinella. Breve l’approccio ed entrambi circospetti, curioso io, sulle sue lo scultore che mi congeda al suono del vespro per andare a pregare in chiesa. Lentamente si cementa poi un’amicizia, sostenuta dal comune pensiero per il disagio della natura, mortificata e violata dall’egoismo dell’uomo che pure incredibilmente viene definito “sapiens-sapiens”. Si scioglie in scintille di vite sottratte al silenzio dei secoli lo scalpello di Stolu: angeli e santi, elfi e ninfe, demoni verdi di un mondo infermo e perduto. Qui nasce la mia lirica “Letino”, premiata ad Asti con la medaglia del Presidente del Senato, oggi custodita negli archivi del Comune di Letino e riprodotta, su pietra lavica, all’ingresso del borgo.

Festival Internazionale della Cultura di Letino 
La cultura davvero protagonista a Letino, dal 12 al 14 settembre 2019. Nel suggestivo borgo altomatesino si tenne il Festival Internazionale della Cultura, con la partecipazione di numerose Personalità – letterati, giuristi, diplomatici, musicisti, artisti, operatori culturali, accademici, giornalisti – insigni in Italia e nel mondo, alle quali furono conferiti Riconoscimenti per la loro prestigiosa attività in diversi campi. Lo scultore Stolu fu insignito con l’alto riconoscimento per le Arti figurative.

L’incontro di Stolu con l’Esasperatismo
Generoso, introverso, altruista e al tempo stesso geloso del suo pensiero, Stolu offre le sue opere – gli sono state commissionate per costituire i vari premi da consegnare – a oltre 50 personaggi del mondo della cultura in occasione del Festival Internazionale della Cultura tenutosi nel settembre 2019 a Letino. Un anno e più di lavoro per poterle realizzare.  Quelle opere d’arte sparse nel mondo testimoniano la grandezza dell’artista e in ognuna il pensiero di far vivere una pietra. L’umile artista di Letino dà del tu al mestiere di Michelangelo e come lui fa parlare il marmo di Carrara. Carattere mite, a volte scostante, difficile da interpretare. Ma uomo unico nel suo genere, un maestro, uno scultore vero. Stolu era l’uomo che parlava con Dio.

Durante la manifestazione del Festival internazionale, tra i premiati anche il filosofo Adolfo Giuliani da poco scomparso. Con la pubblicazione di un manifesto nel maggio del 2000, Giuliani fondò il movimento artistico culturale “Esasperatismo – logos & bidone”, unico movimento nato a Napoli e diffuso in tutto il mondo come denuncia del grado di esasperazione raggiunto dalla società mondiale alle soglie del XXI secolo. In occasione della premiazione di Giuliani al Festival internazionale di Letino, Stolu si trattenne abbastanza con lui e gli consegnò in originale un documento scritto di proprio pugno nel quale appare evidente la sua convinzione legata al pensiero esasperatista. La notizia l’appresi durante un incontro presso l’abitazione del filosofo a Napoli, per cui volli avere una copia di quel documento, e da esso ricavai l’ispirazione per il mio romanzo “Esasperatismo di Stolu” edito dalla Pluriversum Edizioni di Ferrara in prima edizione e, in seconda edizione nella collana “I tascabili”.

Il noto giornalista e critico letterario Nicola Caprio Di Monaco scriveva di lui: “Artigiano d’altri tempi, dà vita a gioielli che strappa al silenzio della selce. Le sculture di Stolu brulicano di visi e di mani, sguardi stupiti di occhi che vengono dalla preistoria, antologia di poesie su pietra, versi che lacerano e sublimano tempo e spazio. Lavora all’aria aperta Stolu, mani e scalpello, ma questo è solo l’ultimo atto di un rituale che solo l’antico e scomparso popolo dei Celti conosceva in Europa. Stolu parla con le pietre e le pietre parlano con lui: nascono da questo dialogo le sue opere. Centinaia, sparse per le contrade del Matese, nella Provincia di Caserta e altrove” (cfr. Sabato non Solo Sport, 28 ottobre 2017, numero 40).
Sono certo che la giovane Amministrazione comunale di Letino, con il sindaco Pasquale Orsi e gli assessori Oliviero Cristinzo e Filippo Fortini, provvederanno a dedicare al grande concittadino Luigi Stocchetti in arte Stolu uno spazio adibito a Museo, nel quale poter raccogliere ed esporre le tante opere d’arte lasciate dal compianto mio amico Luigi.

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