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Commento al Vangelo domenica 19 gennaio. Le nozze di Cana, l’inizio dei segni compiuti da Gesù

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di Padre Gianpiero Tavolaro
Comunità Monastica di Ruviano (Clicca)

Seconda domenica del Tempo ordinario – Anno C
Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11

Quella di Cana è la terza epifania del Signore, dopo quella ai Magi (a tutte le genti) e dopo quella al Giordano (alle attese di Israele): a Cana il Signore si manifesta alla Chiesa (anche se questa è ancora in una fase “embrionale”). L’evangelista ci tiene a collocare in maniera temporalmente molto precisa l’evento di Cana: tre giorni dopo o, anche, al terzo giorno. Questo richiamo conduce al terzo giorno della resurrezione (espressione ormai consolidata al tempo della stesura del Quarto evangelo), ma anche all’evento del Sinai quando, proprio al terzo giorno, il Signore rivela la sua gloria e il popolo crede (cf. Es 19,11).
Dal Sinai alla Pasqua, passando per Cana, il lettore/ascoltatore delle sante Scritture è posto, così, di fronte a tre eventi in cui la gloria del Signore si mostra e in cui è necessaria un’adesione a Lui nella fede. Sia pure entro contesti rivelativi profondamente diversi, a manifestarsi è il medesimo desiderio di Dio di fare alleanza con l’uomo: al Sinai il Signore dona a Israele la Torah; a Cana Gesù dona il vino buono (che è l’evangelo) ai discepoli; nella sua Pasqua soffierà lo Spirito sulla Chiesa nascente – che nel cenacolo è chiusa ancora nelle sue paure (cf. Gv 20,19-23) – perché essa possa gridare agli uomini la riconciliazione e il mondo nuovo.

“Le nozze in Cana” (Riproduzione di una miniatura del Salterio di Ingeburg, Danimarca sec. XIII) (opera delle Benedettine di N. D. de Fidelité in Jocques, Francia)

A Cana allora non c’è un miracolo, come, d’altra parte, mai si parla di miracoli in tutto il Quarto evangelo: Giovanni non è interessato a raccontare i prodigi compiuti da Gesù, ma si preoccupa di narrare quei segni attraverso i quali viene rivelata l’identità stessa di Gesù… tutti i segni di Giovanni indicano chi è Gesù: egli, per esempio, è la Parola cui bisogna consegnarsi fidandosi (cf. Gv 4,46-54: la guarigione del figlio del funzionario del re); è la via che sottrae l’uomo all’immobilismo (cf. Gv 5,1-9: il paralitico alla piscina); è il pane che viene dal cielo (cf. Gv 6,1-13: la moltiplicazione dei pani); è colui che domina le acque di morte (cf. Gv 6,16-21: il cammino sul mare); è la luce del mondo (cf. Gv 6,1-41: il cieco nato); è la risurrezione e la vita (cf. Gv 11,1-44: La risurrezione di Lazzaro)… Anche a Cana si è dinanzi a un segno: «Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù». La stessa “madre” è segno dell’Israele che sa: sa che le attese dell’umanità possono essere colmate solo da quel suo Figlio venuto dall’alto… All’uomo manca la gioia: «non hanno vino», dice la Madre! L’umanità attende la gioia, la comunione vera e piena di cui il vino e le nozze sono segno. La Madre è qui più di Maria: è Israele che presiede alle nozze tra il Messia e la sua comunità. Ella sa che solo il Figlio di Dio, venuto ad abitare la carne degli uomini, può colmare quelle attese… e la gioia piena verrà consegnata all’umanità nella Pasqua del Figlio… per questo qui Israele chiede, per bocca della Madre, un segno che conduca a quella pienezza di nozze. È vero che l’ora non è ancora giunta, ma vi è qui un inizio: quello dell’evangelo che comincia a correre.

Non basta attendere l’ora che si compie: occorre prepararsi a quell’ora e andare verso di essa nella fede, perché nella fede la gioia, quella del Crocifisso-Risorto, possa essere riconosciuta e accolta. Per questo, la “figlia di Sion”, Gerusalemme, adombrata dietro la figura della Madre, conduce lo Sposo-Messia alla Chiesa e chiede di fare quello che Egli dice… è la via della fede, dell’ascolto obbediente, che, da sempre, Israele è stato chiamato a percorrere: «Quanto il Signore ha detto, lo faremo e lo ascolteremo» (cf. Es 24,7); facendo si ascolta, facendo si adempie, facendo si comprende la volontà di Dio.
«Fate quello che egli vi dirà»: sono queste le parole con cui la Madre, nel Nuovo Testamento, parla per l’ultima volta. La Madre-Israele è presente a Cana, quando la Chiesa inizia a credere, e sarà presente alla fine del Quarto evangelo ai piedi della croce, al sopraggiungere dell’ora, insieme con il discepolo amato, consegnati l’uno all’altra, nell’ora delle nozze di sangue… principio della nuova umanità.

 

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