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Fra Umile continua a parlare ai suoi figli. A Calvisi e ad Alife l’incontro dei devoti provenienti da tutta la Campania

Procede spedita la fase diocesana del processo di beatificazione del francescano originario di Calvisi morto il 3 marzo 1990

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La giornata inizia presto nella frazione di Calvisi in questo 3 marzo 2025; il santuario di San Liberato dove riposano le spoglie mortali di Fra Umile Fidanza si prepara ad accogliere i fedeli provenienti da tutta la Campania nel giorno in cui si ricorda la morte del fraticello, avvenuta 35 anni fa. Una preghiera davanti alla tomba, breve sosta all’aria aperta in una bellissima giornata di sole che anticipa la primavera, e poi di nuovo in pullman per raggiungere la vicina città di Alife dove il vescovo Giacomo Cirulli celebrerà la Messa e nell’occasione darà l’annuncio atteso da molti: il processo canonico verso la beatificazione di Fra Umile continua il suo percorso.

 Nella frazione di Calvisi 
Calvisi è un agglomerato di case ai piedi dei monti del Matese, con vista sulla piana del medio Volturno e frontalmente la catena di Monte Maggiore; un borgo rurale che conserva il fascino del passato, la tranquillità del presente (purtroppo lo spopolamento fa la sua parte) e il culto al medico e martire San Liberato che richiama gran numero di fedeli da tutto il circondario in occasione della festa in suo onore nel mese di maggio. Da qualche anno si popola anche dei fedeli di Fra Umile, nuovi pellegrini in terra matesina, che lo pregano, lo ascoltano, lo supplicano. Nel giro di un’ora si moltiplicano gli autobus e le voci che affollano la piccola frazione. In chiesa ci si accalca intorno alla tomba del fraticello; le mani di giovani e adulti, suore, anziani, sfiorano il marmo chiaro in cui il corpo venne traslato nel 2019 dal vicino cimitero comunale. Qualcuno poggia l’orecchio come per ascoltare i consigli che Fra Umile continua a dispensare così come ha fatto in vita, suggerendo la preghiera come impegno di vita, il sacramento della penitenza come occasione per tornare a Dio, ma più di tutto la carità verso i deboli. Tra i saluti discreti e sommesi di fedeli che si rivedono ad un anno dall’ultimo appuntamento tornano a prevalere il silenzio e il raccoglimento, un Rosario sussurrato, qualche lacrima che libera dalle tensioni interiori.
Susanna viene da San Giovanni a Teduccio (NA), poco distante da Portici nel cui convento di San Pasquale Bylon Fra Umile ha trascorso gran parte della vita: “L’ho conosciuto che era ancora in vita perché mia mamma ci portata da lui che eravamo bambini; ma meglio ne ho colto la profondità dopo la sua morte; è ancora oggi il papà di tutti…”, ci racconta. “Fra Umile è l’immagine dell’umiltà, dell’amore verso il povero, verso chi ha bisogno di più ascolto”. Accanto a lei, Rosaria dal comune di Portici (NA): “nella mia vita, il tempo – in particolare quello della malattie e della sofferenza – è scandito sulle date e le ricorrenze che rimandano a Fra Umile, come un’àncora a cui tenerci saldi ogni giorno”. Sono soltanto alcune delle testimonianze da cui emerge la confidenza, l’intimità tra questo popolo e Fra Umile.

 In Cattedrale, ad Alife 
Alife, nel mezzo della mattinata vive la routine quotidiana scandita dal movimento di auto e pedoni a cui si aggiunge la movimentata presenza dei più piccoli in riposo dalle attività scolastiche per il ponte di Carnevale.
La Cattedrale di Alife accoglie i pellegrini scesi dalla frazione di Calvisi; sono tanti quelli in fila che aspettano di accostarsi al sacramento della Confessione; la preghiera del Rosario occupa il silenzio e risuona in chiesa coinvolgendo i presenti e preparandoli alla celebrazione della Messa. Sono in tutto 21 i gruppi e le parrocchie censite, accompagnati da un responsabile e un assistente spirituale a cui si aggiunge per la prima volta una rappresentanza delle Associazioni e dei Movimenti laicali della Diocesi di Alife-Caiazzo. Ischia, Eboli, Casoria, Monte di Procida, Calvi Risorta, Caserta sono soltanto alcuni dei numerosi luoghi di provenienza citati all’inizio della Messa da don Giuseppe Oropallo; a tutti loro, raccolti nell’Associazione Gruppi di preghiera Fra Umile Fidanza con statuto approvato dalla Diocesi di Alife-Caiazzo, giunge anche il saluto e il grazie della giovanissima presidente Carolina Casoria; tra i sacerdoti presenti, l’assistente spirituale generale don Cesare Tescione.
I numeri dei partecipanti, che superano la capienza della Cattedrale, diventano assemblea raccolta e silenziosa durante la Celebrazione eucaristica e in ascolto delle parole del Vescovo Giacomo Cirulli che chiama i presenti a confrontarsi con il Vangelo sulle parole “vieni. Seguimi!”, e ricorda più volte che “non si diventa santi se non si segue Gesù”. Poi il riferimento a Fra Umile Findanza si fa più esplicito: “servo fedele alla Parola di Dio, che non ha temuto di mettere Cristo al centro della propria vita”. “A tutti, ognuno nella propria condizione di vita, Fra Umile insegna il valore della fraternità, della misericordia di Dio, della carità vissuta nella fraternità”, esperienza quest’ultima che incarnano i tanti gruppi di Preghiera nati in suo onore. Al termine della Messa si aggiunge una novità alla giornata dei pellegrini giunti da ogni dove: il dono, da parte del vescovo Giacomo, della “Preghiera per la glorificazione di Fra Umile” da lui composta e l’invito a contribuire con testimonianze concrete alla fase diocesana del processo di beatificazione che la Diocesi di Alife-Caiazzo ha avviato nel dicembre 2023. “Il Tribunale procede speditamente nel suo lavoro grazie alle testimonianze di molti; siamo fiduciosi nel futuro”. La messa termina con una prospettiva che alimenta il sogno dei devoti. L’ultimo gesto è nella benedizione dei pani che i tanti porteranno a casa in ricordo della carità offerta da Fra Umile e per la quale il francescano ha chiesto ai suoi figli di impegnarsi.

Le lancette dell’orologio sono andate avanti in questa giornata feriale di marzo che per molti ha assunto il tono della festa: nessun tripudio, s’intende, ma la gioia della pace interiore e della condivisione.

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