
Crisi climatica, attività antropiche e trasformazione del paesaggio stanno mettendo a rischio alcune specie. Legambiente lancia l’appello in occasione della Giornata mondiale della biodiversità che si celebra oggi in tutto il mondo e fa appello al nostro Paese perché acceleri «il passo per recuperare i ritardi nell’attuazione della Strategia Europea sulla biodiversità 2030 e nello stanziare più risorse per la creazione di parchi nazionali. Nella Penisola i tempi per l’istituzione di parchi e aree marine protette, scrigni di flora e fauna, sono molto lunghi: dall’approvazione della legge alla operatività di un’area protetta passano circa 7-8 anni. Al ritmo attuale l’Italia rischia di centrare l’obiettivo del 30% di territorio e di mare protetto tra ben 80 anni».
Temi che toccano da vicino Campania e Molise coinvolte da poche settimane nel nuovo progetto del Parco Nazionale del Matese: tra fronti e pareri opposti, la certezza di essere su un territorio ricco di biodiversità da rispettare e tutelare è il baluardo irremovibile a cui si sono aggrappati nei decenni i sostenitori del Parco Nazionale e a cui la Politica degli ultimi mesi ha fatto riferimento per portare a segno il risultato sperato. Volatili, anfibi, insetti, fiori del Matese esprimono l’originalità e la ricchezza di un contesto che si presta non solo alla visione, non solo a garantire la ciclicità vitale dell’ambiente naturale ma anche gli studi e la ricerca scientifica. Il tutto, enorme potenziale di sviluppo sociale ed economico se opportunamente amato, rispettato, indirizzato e possibilmente fuori da logiche di potere individualistiche.
Biodiversità al centro dell’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco e dal suo punto di vista, condiviso con esperti della comunità scientifica internazionale l’appello affinché l’economia globale del tutto e subito non freni il ciclo vitale di questa terra con il rischio quotidiano e concreto di vedere rimosse dal pianeta forme di vita millenarie e necessario all’equilibrio ecosistemico. “La cura degli ecosistemi richiede uno sguardo che vada aldilà dell’immediato – scriveva Papa Francesco nel 2015, e il prossimo 24 maggio ricorre il X anno -, perché quando si cerca solo un profitto economico rapido e facile, a nessuno interessa veramente la loro preservazione. Ma il costo dei danni provocati dall’incuria egoistica è di gran lunga più elevato del beneficio economico che si può ottenere”.
L’attualità del tema coinvolge in questi giorni la Campania attraversata dal Pellegrinaggio di Speranza “Sulle Orme della Laudato Sì”: su iniziativa della Conferenza Episcopale Campana, un gruppo di pellegrini sta percorrendo i siti dichiaratamente inquinati che rientrano nei territori di alcune Diocesi. Confronti pubblici e istituzionali sui temi ambientali, preghiera e confronto con le comunità locali, visione della bellezza e della ricchezza storica, artistica e paesaggistica si stanno alternando e al contempo rafforzano la voce che chiede chiarezza sul futuro “ambientale”, della terra dei fuochi e quindi sul futuro dei suoi abitanti e sui danni all’intero ecosistema ormai privo di caratterizzazioni ambientali a causa dell’inquinamento in corso.
La biodiversità, dimensione micro e macroscopica su cui poggia il mondo. L’unico ritmo in grado di salvare l’umanità.