Un nuovo anno catechistico, un novo “mandato” ad andare, annunciare, testimoniare ma soprattutto a condividere la straordinaria esperienza di essere insieme (i catechisti) compagni di viaggio di ragazzi, giovani e famiglie: la meta? Conoscere Cristo e la sua parola che racconta di speranza, di giustizia, di amore, di carità, di libertà… Domenica 12 ottobre nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano in Vairano Scalo, il Vescovo Giacomo Cirulli ha conferito solennemente il Mandato ai Catechisti delle Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca; accolti dal parroco don Luigi De Rosa, vicario generale, nella chiesa di San Cosma e Damiano si sono ritrovati con il Pastore parroci, diaconi, il Vicario episcopale per la Catechesi don Roberto Palazzo, e loro, i protagonisti del momento: una rappresentanza di catechisti provenienti da diverse parrocchie dell’Alto casertano che ha condiviso con il Pastore la mensa eucaristica e da lui ricevuto in dono parole che guidano, incoraggiano, supportano la missione dell’annuncio evangelico.
La decisione della Chiesa Cattolica
La Chiesa Cattolica, con Papa Francesco, ha voluto imprimere alla figura del catechista un alto significato ministeriale, un vero e proprio servizio dedicato all’annuncio e alla formazione. Il cammino e le scelte degli ultimi anni hanno definito al meglio il percorso formativo che spetta a ciascun catechista ma anche il rito di istituzione di questo ministero che entro il prossimo novembre sarà ufficialmente nelle mani dei Vescovi italiani. Si attinge alla storia delle prime comunità per confermare il ruolo di coloro che tra i credenti assumevano per vocazione questa particolare responsabilità; si attinge al Concilio Vaticano II che attribuiva ai laici un ruolo fondamentale nella Chiesa. “È necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio Battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi”, scriveva Papa Francesco nel 2021 nel motu propriu “Antiquum ministerium”. “Questa presenza si rende ancora più urgente ai nostri giorni per la rinnovata consapevolezza dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, e per l’imporsi di una cultura globalizzata, che richiede un incontro autentico con le giovani generazioni…”.
Il Mandato del Vescovo Giacomo Cirulli
“La parola di Dio non è incatenata!”, l’affermazione di San Paolo nella Seconda lettura di domenica è stata riferimento per il Vescovo Giacomo e prospettiva lanciata ai catechisti: “Questa affermazione, per noi che dobbiamo annunciare il Vangelo, è una pietra preziosa da custodire”, ha sottolineato, perché “la parola di Dio non è incatenata ma raggiunge il cuore degli uomini anche nelle condizioni più difficili”. Guardando all’esperienza di ogni catechista, alle testimonianze da cui emerge spesso l’affanno e la fatica di intercettare i destinatari della proposta, Mons. Cirulli ha sollecitato ad essere fedeli alla Buona Notizia: “C’è qualcosa che non si deve sfuggire mai: la potenza in se tessa della Parola di Dio. Se dobbiamo interrogare anche il nostro metodo, vi dico che anch’esso è un discorso di fedeltà; fare un discorso di metodo, è un discorso di fedeltà, della capacità ad essere consapevoli di cosa dice Gesù, quale messaggio comunica la Parola di Dio”. L’invito del Pastore a non manipolare mai per superficialità o presunzione o arroganza il testo sacro, tantomeno “ritenerci depositari della verità perchè la sola verità è la Parola di Dio”.
Sguardo sulla realtà da parte del Vescovo, sulla difficoltà concreta della testimonianza in un modo segnato da contraddizioni, da confusione: “Dov’è la luce in questa penombra in cui ci muoviamo tutti? È in questo tesoro, nella Parola di Dio, che si trova in vasi di creta debolissimi, che siamo noi”. Nella debolezza non rinunciare alla testimonianza, essere credibili in ogni luogo e in ogni modo, “anche nell’annuncio della pace, così urgente in questo momento, da realizzare a partire dalle nostre comunità”.
Durante il rito del Mandato, il suggestivo momento della consegna del Libro dei Vangeli da parte di Mons. Cirulli nelle mani di alcuni catechisti, in rappresentanza di tutti i presenti: in un gesto, la sintesi della vocazione di ogni catechista: accogliere la Parola e portarla ai fratelli.


















