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Baia e Latina. Anno scolastico acceso da ripetute polemiche

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La reggente del plesso Ermina Cortellessa fa appello alle insegnanti perchè la scuola sia luogo di rispetto e civiltà

La Redazione – La vicenda dell’accorpamento dei plessi scolastici delle scuole elementari di Baia e Latina aveva generato non poca polemica in paese, dove la politica – nello scontro tra opposizione e maggioranza – non ha esitato a metterci del suo. I plessi che oggi fanno capo all’istituto comprensivo di Pietravairano, retto dalla professoressa Erminia Cortellessa un tempo erano due realtà molto numerose dal punto di vista della popolazione scolastica. Il ridotto numero di alunni che con gli anni si è reso sempre più concreto, non solo ha visto diminuire il numero di sezioni della scuola dell’infanzia ma inevitabilmente ha visto calare la presenza di alunni tra i banchi della primaria. Quest’anno dunque la decisione del Sindaco Michele Santoro di trasferire gli alunni della primaria e le loro insegnanti dal plesso di Latina a quello di Baia ben più nuovo, ospitale e capiente.
Tutto questo non senza il confronto e il parere del Reggente sc_MG_7527olastico. Un’unica scuola, il che significa meno spese per un comune e più possibilità per alunni e insegnanti di confrontarsi essendo tutti della stessa comunità. Una vicenda che ha rischiato di degenerare e diventare una vera e propria strumentalizzazione politica contro la volontà del sindaco (secondo la minoranza) di non fare gli interessi dei residenti a Latina.
Qualche giorno fa presso il plesso di Baia sono giunti i Carabinieri allertati dalla denuncia di alcuni genitori circa l’insufficienza di servizi igienici rispetto alla popolazione scolastica: una polemica (e una denuncia) archiviata immediatamente dopo che gli uomini dell’Arma hanno verificato l’efficienza e la sufficienza dei bagni destinati agli alunni presenti. Al contempo le stesse insegnanti dei due plessi – convocate dalla prof. Cortellessa – sono state invitate a vivere con serenità questo minimo cambiamento, a prendere coscienza di quanto avviene in tutta Italia per piccole realtà come quelle di Baia e Latina, e – da educatrici – ad essere valido riferimento per gli alunni e le loro famiglie cercando di vivere con rispetto e serenità le decisioni assunte.
In ambiente scolastico non conta soprattutto che i ragazzi trascorrano il loro tempo  in serenità lontani da sterili polemiche campanilistiche? La cultura della legalità, dell’integrazione, del rispetto, della condivisione sono soltanto il contenuto di una recita scolastica di fine anno o un’esperienza concreta di vita? Scuola, famiglie e amministrazioni si interroghino…

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