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Alife, ieri la cerimonia in ricordo di Francesco Occhibove, bersagliere prigioniero di guerra

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Dopo 70 anni tornano a casa le spoglie del bersagliere, vittima del Secondo Conflitto Mondiale

di Emilia Parisi

funerali-occhibove-alife-2Si è svolta ieri ad Alife la cerimonia di commemorazione del bersagliere alifano Francesco Occhibove, in presenza delle autorità religiose, militari e civili. Le sue spoglie mortali sono state trasportate in processione da Piazza della Liberazione alla Cattedrale di S. Maria Assunta, dove è stato celebrato il rito religioso.
Una folla silenziosa, i parenti del bersagliere scomparso e i bambini delle scuole elementari e medie di Alife, hanno seguito in processione il feretro, accompagnandolo nel suo ultimo viaggio terreno.
Era il 10 settembre del 1943: Francesco Occhibove aveva solo vent’anni quando, durante il Secondo Conflitto Mondiale, fu fatto prigioniero dai tedeschi a Bolzano e trasportato in un campo di concentramento in Germania. Fu proprio nel lager di Dortmund, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, che il giovane trovò la morte un anno più tardi, il 26 maggio del 1944. Fu sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Francoforte sul Meno, dove le sue spoglie hanno trovato riposo fino al 5 Ottobre scorso, quando finalmente sono state trasportate in Italia per essere tumulate nel cimitero di Alife. funerali-occhibove-alife-1
Il valoroso bersagliere, a cui fu conferita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la Medaglia d’Onore di Bronzo, è tornato casa dopo settant’anni. Un rientro in patria fortemente voluto dalla famiglia, dal Comune di Alife e dall’Arma dei Carabinieri. «Questa è l’urna di un forte!» – ha esclamato Don Domenico La Cerra, parroco di Alife, all’inizio dell’omelia – «Il suo nome non può non farci pensare al nostro Pontefice e al poverello di Assisi, simboli universali di sacrificio e di rinuncia».
Il sacerdote, infine, ha messo in evidenza i valori fondamentali della pace e della non violenza, una strada che tutti gli esseri umani dovrebbero percorrere. Francesco Occhibove lo aveva capito, nonostante la giovane età. In questo senso le ultime parole pronunciate dal religioso sono significative: «Francesco si è sacrificato per l’indipendenza, per il ritorno alla libertà e per la concordia del mondo».

1 COMMENTO

  1. Salve!

    Sono Anna Occhibove! nipote di Francesco Occhibove.

    Vivo in Britannia e sono tre anni che ho fatto ricerche per rintracciare mio zio Francesco Occhibove dove era sepolto. Quando finalmente l’anno scorso ho scoperto dove era.
    E con l’aiuto di Dott. Roger Saunders e i suoi contatti nell’Ambashiata Italiana di Londra e l’aiuto dell’Ammiraglio Dario Giacommin e il giornalista Roberto Zamponi.ho poi trasferite tutte le informazioni e direzioni a mio cugino Giuseppe Di Matteo e Mia zia Felicina ad Alife per portare a termine il rimpatrio di mio zio Francesco.

    Sfortunatamente non sono potuta venire per la cerimonia ma ne sono stata molto orgogliosa e onorata del rimpatrio e la cerimonia fatta ad’Alife che sto secuendo via internet

    Cordiali Saluti

    Anna Occhibove e Roger Saunders

    Dear Reader

    As an ex military man myself I know how important it is to ensure that fellow soldiers are not left unremembered and that they are returned either to their Regiments or to their families. It was an honour for me to play my small part in seeing Francesco returned to Alife. You have all done him proud and I am sure he is pleased with all of your efforts. Well done. Roger

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